GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2024




l'esperimento

La pizza perfetta senza lievito

La ricetta sviluppata da un team di esperti di scienze dei materiali della Federico II di Napoli

di Nino Esposito
La pizza perfetta senza lievito

Sarà destinata a cambiare il corso della storia di uno dei simboli della napoletanità e provocherà forti attriti tra chi mantiene viva la tradizione rispetto a chi ne fa un fatto puramente scientifico?
Questo il dilemma, intanto la ricetta per far crescere l'impasto senza lievito è stata messa a punto da un team di esperti di scienze dei materiali dell'Università Federico II di Napoli prendendo in prestito tecnologie e know-how dalla produzione dei polimeri termoplastici.

Mescolare acqua, farina e sale, aggiungere anidride carbonica quanto basta e poi infornare ad alta pressione in autoclave. Questa la soluzione ipotizzata.

La tecnica è stata pubblicata sulla rivista Physics of Fluids, e potrebbe essere applicata in futuro anche ad altri tipi di impasti, come quelli di pane, torte e snack, per andare incontro alle esigenze dei consumatori che soffrono di allergia al lievito, esattamente come il coordinatore dello studio Ernesto Di Maio, che a 25 anni ha iniziato a soffrire di orticaria ogni volta che mangiava la pizza.
Per questo motivo, insieme al suo team che comprende anche un ricercatore che lavora part-time in una pizzeria sulla costiera amalfitana, ha pensato di cercare un metodo alternativo di lievitazione dell'impasto.

Il processo biochimico con cui il lievito produce le bolle è stato quindi sostituito con un processo fisico che prevede di insufflare gas (anidride carbonica o elio) nell'impasto mentre la pressione viene portata a 10 atmosfere dentro a un'autoclave, con la temperatura a 150 gradi per 10 minuti. Il gas disciolto nell'impasto ad alta pressione finisce per formare le bolle mentre la pressione viene rilasciata durante la cottura.

"La chiave del processo - spiega Di Maio - è trovare la giusta velocità di rilascio della pressione in modo da non stressare l'impasto, che ama espandersi delicatamente".
Dopo aver studiato le reazioni di una piccola palla di impasto e dopo diversi assaggi, i ricercatori stanno acquistando un'autoclave più grande per uso alimentare con cui produrre pizze a grandezza naturale per i futuri esperimenti.
"Ci siamo divertiti molto ad applicare ciò che conosciamo a polimeri deliziosi, invece che ai nostri soliti materiali plastici talvolta puzzolenti - commenta Rossana Pasquino, tra gli autori dello studio - L'idea di approcciare il cibo con le stesse tecnologie e conoscenze usate per i polimeri termoplastici ha avuto un successo sorprendente".

Per ora meglio una bella margherita ma di quelle della tradizione e che ha reso famosa la pizza e Napoli in tutto il mondo.


Puoi ricevere le notizie de IlCorrierino.it direttamente su WhatsApp. memorizza il numero 334 919 32 78 e invia il messaggio "OK notizie" per procedere

25-03-2022 17:42:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA