GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE 2024




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La Cupa di Mimmo Borrelli – Fabbula (nera) di un omo che divinne un albero

Torna in scena al Teatro Bellini di Napoli lo spettacolo pluripremiato

di Federica D'Auria
La Cupa di Mimmo Borrelli – Fabbula (nera) di un omo che divinne un albero

Cupa è la notte di Sant’Antonio, la nebbia è fitta, e gli animali, sottratti – e graziati - al paradosso dell’irragionevole ragione, parlano agli uomini disumani.

Il mondo si è capovolto o è nuovo o è una terra di mezzo tra il paradiso e l’inferno.

Tutto è in perfetto disordine: i versi lasciano il posto a parole incomprensibili, le famiglie corrompono il sangue che le unisce e le distrugge, ogni rapporto è deteriorato e perverso, la lingua è nuova e a nessuna somiglia se non a sé stessa e urla e denuncia, piena di iperboli, metafore sconce, allegorie blasfeme.

Si attende un limite a quanto si assiste, ma in ogni parola, movimento, verso, questo viene valicato appagando forse il desiderio più oscuro di ogni anima: che ciò non avvenga.

Si nuota nel basso, si scava la poltiglia e la mente, disturbata in un primo approccio, sembra trovare pace nella nitida e crudele verità, quella voce interiore che, imbarazzata, graffia in petto: “è così, questi siamo noi”.

Si può essere certi di poche cose, guardando “La Cupa” di Mimmo Borrelli, due sicuramente avvincono gli spettatori in sala: la voglia di scappare e la paralisi che lo impedisce.

Il fascino che si fa colla tra questi due sentimenti sta nel complesso meccanismo cui si assiste, la nascita di una frattura emotiva e storico-teatrale, un genere che è tutto e niente, un dialetto che si fa lingua nuova, i canti che elevano pieni di grazia e lamento, la trama che non rimanda né a ?echov né a Sheakspeare, eppure sembra bisbigliarne dei dettagli.

“In me sono confluite una serie di influenze passate e io ne sono molto felice perché i padri vanno onorati e non vanno uccisi, come dicono alcuni giovani, sul quale forse ho fatto un passo, un millimetro in più…o almeno, questo è quanto dicono. Questo spettacolo è una sorta di melodramma ma non lo è, una sceneggiata ma non lo è, un musical ma non lo è, una prosa ma non lo è, un recital cantando ma non lo è, un’opera lirica ma non lo è.”

“La Cupa” di Mimmo Borrelli sembra aver inghiottito il teatro di tutti i tempi passati e futuri, per poi restituirlo al pubblico con uno poetico sputo.

In scena, gli incredibili attori Maurizio Azzurro, Dario Barbato, Gaetano Colella, Veronica D’Elia, Rossella De Martino, Renato De Simone, Gennaro Di Colandrea, Paolo Fabozzo, Enzo Gaito, Geremia Longobardo, Stefano Miglio, Roberta Misticone e Mimmo Borrelli che firma interpretazione, drammaturgia e regia, diventano creature magnetiche a metà tra l’onirico, il biblico e l’animalesco incantando e terrorizzando il pubblico per tre ore di fila.

La scenografia di Luigi Ferrigno dà vita ad un intermezzo, una cava o un pontile, una luna o un pianeta sconosciuto o la bocca dell’inferno dalla cui ferita, inferta dal disegno luci di Cesare Accetta, emergono colori e suoni e lamenti che delineano un universo tanto parallelo quanto contemporaneo. I costumi di Enzo Pirozzi danno vita a creature tanto umane quanto misteriose, ibridi vivi, animali o morti, che si muovono armoniosamente pur conservando il grottesco, assuefatti dalle musiche e ambientazioni sonore di Antonio Della Ragione.

Viene naturale domandarsi quanto possa esserci di autobiografico in un’opera del genere, che sembra sussurrare alle coscienze di ognuno e a strapparne via il sudicio, la menzogna arroccata in gola, l’ipocrisia del quieto vivere sotto gli occhi di un mondo alla deriva, dalla crisi climatica a quella emotiva.

“Tutto e niente”, afferma Borrelli, “Tutto e niente”.

Lo spettacolo ha debuttato al Teatro San Ferdinando di Napoli il 10 aprile 2018, vincitore di numerosi premi dall’Ubu a Le Maschere a Spettacolo dell’anno per drammaturgia, regia, musiche, scenografia.

Rivive finalmente la scena al Teatro Bellini di Napoli, fino al 23 ottobre e ancora dal 2 al 13 novembre.


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10-10-2022 14:50:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA