Il neurochirurgo giapponese Takanori Fukushima - di cui si parlò l'ottobre scorso circa un presunto consulto per Papa Francesco, notizia poi smentita - è indagato per concussione nell'inchiesta della Procura di Salerno che vede coinvolti alcuni medici accusati di aver preteso soldi dai pazienti per accorciare le lista di attesa degli interventi.
Nei confronti del medico giapponese esperto di chirurgia cerebrale per tumori e aneurisma, ''non è stata emessa alcuna misura cautelare, pur in presenza di un grave quadro indiziario, in quanto risulta residente negli Stati Uniti e non ha in Italia una stabile dimora. In ragione dell'applicazione della misura cautelare nei confronti dei medici presso i quali si appoggiava Fukushima - secondo la Procura - lo stesso si trova nell'impossibilità oggettiva di proseguire nelle condotte illecite verificate a suo carico, facendo così venir meno i presupposti per la reiterazione del reato di concussione contestatogli''.
I carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Salerno sostengono che il sistema concussivo era gestito da Luciano Brigante, primario del reparto di neurochirurgia dell'ospedale Ruggi di Salerno mentre Takanori Fukushima era il co-esecutore insieme al Brigante degli interventi chirurgici. Era - dicono gli inquirenti - l'allievo di Fukushima, il dottor Gaetano Liberti, neurochirurgo dell'Università di Pisa, a mettere in contatto i pazienti con il primario del nosocomio salernitano.
In merito ai pagamenti richiesti per gli interventi, lo stesso Liberti ''faceva arrivare ai pazienti una ricevuta, formalmente emessa dal Fukushima Brian Institute, con la causale 'consulenza neurochirurgica, per giustificare il pagamento illecito, al di fuori del regime intramoenia''. In un'occasione, alcuni giorni dall'operazione e a causa del decesso del paziente, il denaro richiesto per l'operazione veniva restituito alla famiglia del defunto.