Incendio infinito. Nella giornata di ieri gli abitanti esausti hanno lanciato un nuovo allarme. Il fumo ha ripreso ad uscire dal capannone di via Pozzillo, andato in fiamme ormai dieci giorni fa. Costretti ad intervenire nuovamente i vigili del fuoco che sono stati a lungo a spegnere l'incendio l'undici marzo scorso. La puzza e il fumo, che hanno già intossicato quattro persone, hanno ripreso ieri a diffondersi nel quartiere dell'Annunziatella. A ricominciare a bruciare i vestiti usati lì stoccati, in arrivo dal mercato di Resina, a Ercolano, sarebbero dovuti arrivare nei Paesi dell'Est, ma sono stati ridotti ad un cumulo di cenere. Ancora fuori casa anche gli abitanti della palazzina a fianco, che a causa del rogo è stata dichiarata inagibile. Completamente devastata l’area di 1200 metri quadri che prima era una fabbrica di carpenteria. Difficile anche capire se si sia trattato di un incendio doloso o innescato da un corto circuito interrno. Troppo devastante l'incendio che non ha lasciato tracce di quando è avvenuto prima che le fiamme cancellassero tutto. I carabinieri, agli ordini del maggiore Donato Pontassuglia, coordinati dal luogotenente Marra, sono al lavoro per ricostruire la vicenda all'interno del deposito di proprietà di Mario Vuolo. L’imprenditore di 65 anni, finito sotto inchiesta in passato in quanto accusato di avere condizionato gli appalti per le autostrade in Lombardia a nome del clan D’Alessandro. Un’inchiesta da cui Vuolo è uscito innocente, mentre ora si dichiara distrutto per l’incendio che ha mandato in fumo la sua attività cominciata negli anni settanta. “L’ho affittato a novembre. Non sapevo che lì ci fossero abiti” ha spiega Vuolo a poche ore dal rogo. Un incendio ancora avvolto dal mistero, mentre la puzza e il fumo continuano a inquinare l'aria.