Le fiamme sono ancora accese. Continuano a bruciare gli abiti che erano accumulati nel capannone andato a fuoco sabato ad ora di pranzo. Due giorni senza tregua per i vigili del fuoco ancora a lavoro, che non si fermeranno fino a domani. I vestiti usati, lì ammucchiati, continuano a bruciare e vengono portati all’esterno, un po’ alla volta, per evitare che l’incendio divampi nuovamente. In totale sono più di una ventina gli uomini che hanno lavorato senza sosta in questi fine settimana di terrore nel quartiere dell'Annunziatella. Completamente devastata l’area di 1200 metri quadri che prima era una fabbrica di carpenteria. Mentre il fumo continua a diffondersi. I carabinieri, agli ordini del maggiore Donato Pontassuglia, non sono ancora riusciti ad entrare nel capannone di proprietà di Mario Vuolo. L’imprenditore di 65 anni, finito sotto inchiesta in passato in quanto accusato di avere condizionato gli appalti per le autostrade in Lombardia a nome del clan D’Alessandro. Un’inchiesta da cui Vuolo è uscito innocente, mentre ora si dichiara distrutto per l’incendio che ha mandato in fumo la sua attività cominciata negli anni settanta. Gli inquirenti potranno farsi un’idea di quanto avvenuto solo domani con il primo sopralluogo all’interno della struttura. “L’ho affittato a novembre. Non sapevo che lì ci fossero abiti” spiega Vuolo, ma gli inquirenti sono al lavoro per capire che tipo di attività ci fosse all’interno della struttura andata in fiamme. Un'attività fantasma, di cui nessuno pare sapere nulla. Da dove provengano quei vestiti usati, a chi fossero destinati e come mai non c’è un contratto di affitto della struttura. Sono gli interrogativi a cui devono dare una risposta gli inquirenti. Nel frattempo, però, entro domani le fiamme dovrebbero essere definitivamente spente. E i residenti del quartiere, che hanno lasciato le abitazioni di via Pozzillo, potranno finalmente tornare a casa.