Incastrati tre narcos dei monti Lattari e i complici dell'organizzazione che capeggiavano. Uno della banda custodiva a casa più di quarantamila euro. Una piccola parte dei soldi guadagnati con il business della droga tra i Monti Lattari e il salernitano. La piazza di spaccio principale era a Casola, ma i corrieri erano in grado di fare arrivare cocaina e marijuana a Torre Annunziata come a San Rufo. Ma nel traffico scoperto c’erano anche armi. Sette gli uomini dell’organizzazione tra Casola, Lettere, Torre Annunziata e San Rufo finiti nei guai. Stanotte, i carabinieri della compagnia di Castellammare, agli ordini del maggiore Donato Pontassuglia, hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura nei confronti di sette indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti nonché detenzione e porto abusivo di armi. Ognuno nell’organizzazione aveva il suo ruolo, tra chi si dedicava alla coltivazione della canapa, a chi piazzava gli stupefacenti sul mercato.
In carcere vanno Ciro Sabatino, 45 anni, di Pimonte ma residente a San Rufo, e Giuseppe Sudano, 31 anni, di Salerno. Ai domiciliari, invece, Antonio Marmo, 26 anni, figlio di Michele, sindaco di San Rufo; Ciro Gargiulo, 55 anni, detto 'o biondo, di Lettere; Antonino Di Lorenzo, 52 anni, pregiudicato di Casola. Divieto di dimora in provincia di Napoli per C.D.L., 23 anni, al momento ai domiciliari a Casola, e P.O., 40 anni, benzinaio di Torre Annunziata. I sette hanno tutti precedenti specifici.
Gargiulo e Sabatino erano stati arrestati a settembre in una piantagione di canapa indiana, sempre nel Salernitano. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Di Lorenzo gestiva una piazza di spaccio a Casola, ma con Gargiulo e Sabatino riusciva a rifornire anche i pusher di San Rufo e Teggiano, tra cui proprio il figlio del sindaco Marmo. Durante le indagini sono stati documentati diversi episodi di spaccio di marijuana, anche di ingenti quantità, e cocaina, mentre alcuni degli indagati erano in possesso di fucili da caccia e centinaia di cartucce, insieme a polvere pirica per ordigni artigianali. I fatti accertati risalgono al periodo che va tra l’ottobre 2017 e il marzo 2018, dai Monti Lattari la droga arrivava alle piazze di spaccio nelle province di Napoli e Salerno, dove giungevano rifornimenti di marijuana e cocaina. Fino a gli arresti di questa notte.