SABATO 23 NOVEMBRE 2024




IN CARTELLONE NEL WEEK END

In scena al Teatro San Ferdinando, Brevi interviste con uomini schifosi

Il taglierino della violenza opaca incide il pubblico con ironia

di Federica D'Auria
In scena al Teatro San Ferdinando, Brevi interviste con uomini schifosi

Tutto è bianco: il pavimento occupato dai piedi scalzi dei due protagonisti, le quattro sedie che accolgono, a turno, i sedici personaggi interpretati, il tavolo che separa le battute contundenti.

Sul fondo, un mobiletto con acqua e thè, sorseggiati di tanto in tanto dai protagonisti, come benzina che infiamma i loro dialoghi.

Il fondale rilancia otto titoli, separa otto capitoli, propone otto storie.

Lino Musella e Paolo Mazzarelli interpretano a turno, donne e uomini, incastrati in rapporti squilibrati ed impotenti.

Avvelenati e docili, sfiorano prepotentemente il sadismo e la misoginia, la perversione e la remissione, la violenza e la meschinità, il patriarcato e l’emancipazione.

La sensazione, durante tutta la messa in scena, è di assoluto equilibrio nello squilibrio.

Paragonabile allo stridio delle rotaie sui binari, un treno che non deraglia mai.

Più che la violenza subita dalle donne, la protagonista indiscussa della pièce è la viscosità degli uomini. Fanno inorridire i loro racconti, ma anche ridere, soprattutto ridere.

Il potere dell’ironia riflette le grandi incapacità di questi personaggi, rendendoli ridicoli nel loro essere squallidi, porta alla luce insicurezze e castrazioni psicologiche, esalta le amputazioni comportamentali. Sono uomini violenti e goffi, sono donne con ruggiti silenziosi.

E se, come generalmente accade, della violenza femminile sono protagoniste le donne, qui la scena si ribalta completamente, perché è il genere maschile che porta avanti la specie deviata di cui fa parte. Dalle battute taglienti, emerge tutta l’inferiorità repressa, di cui solo loro avvertono il peso e di cui nessuno pare fargli carico.

L’accusa è presente solo nei loro pensieri che demonizzano viscidamente le donne, distruggendole emotivamente in ottanta minuti. Un introverso complesso di inferiorità portato all’estremo, caratterizzato da comportamenti aggressivi e latenti, da frasi suggerite, da vezzeggiativi acidi.

La potenza di questo spettacolo di David Foster Wallace, presente in scena grazie alla grandezza del testo e dell’impeccabile regia di Daniel Veronese, emerge dalla percezione che si ha dei personaggi: in fin dei conti, suscitano tenerezza ed ilarità.

La sala, che vanta numerosi sold out, attende l’ultima messa in scena dello spettacolo stasera alle 18:00, al Teatro San Ferdinando di Napoli.


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06-02-2022 13:25:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA