LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




L'inchiesta

Immigrazione clandestina, sette arresti a Napoli: in cella anche un poliziotto e un ex agente

Documenti e passaporti falsi in cambio di denaro, comunicavano con i pizzini

di Redazione
Immigrazione clandestina, sette arresti a Napoli: in cella anche un poliziotto e un ex agente

Comunicavano alla maniera mafiosa, con i pizzini. Un codice inventato per fare entrare immigrati clandestinamente, a cui poi fornivano documenti in cambio di denaro. Munir, uno degli immigrati arrestati nell'ambito di una operazione contro una banda che favoriva l'immigrazione clandestina, e un poliziotto, Enzo, anche lui, arrestato. In uno di questi bigliettini, sequestrati da GdF e Ps, sotto il coordinamento della DDA di Napoli, procuratore aggiunto Borrelli, sostituti Maresca e Di Mauro, gli interlocutori di scambiano informazioni su come mettersi in contatto in maniera "sicura": "Munir sono Enzo, questo è il nuovo numero, mi devi chiamare tu con una nuova scheda e un nuovo telefono".  Finiti in carcere tre algerini: Salim Fourati, detto "Zaito" o "Samuele", di 48 anni; Mounir Grine, di 36 anni e Faycal Kheirallah, 42 anni, detto "capo" o "il professore". Il gip Marco Carbone ha disposto il carcere anche per Flavio Scagliola, poliziotto di 45 anni e per l'ex agente Vincenzo Spinosa, di Marano di Napoli, di 64 anni.
Il giudice ha invece disposto gli arresti domiciliari per il 28enne Qing Weng, detto "Michele il cinese", di Fujian (Cina) e Alessandro Cerrone, di 41 anni.
Per altri cinque indagati (tre italiani e due tunisini) invece il gip ha rigettato le misure cautelari chieste dagli inquirenti. Tra questi figurano altri due ex poliziotti. I reati contestati, a vario titolo, l'associazione per delinquere dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e alla corruzione. Un'organizzazione che, con la complicità di alcuni ex poliziotti, era diventata, per la Procura di Napoli, un "agguerrito network criminale specializzato nell'ottenere indebitamente il rilascio o il rinnovo di permessi di soggiorno a favore di cittadini extracomunitari, molto spesso privi dei necessari requisiti di legge, attraverso l'utilizzo di documenti illegalmente ottenuti".
Sette arresti, eseguiti nelle prime ore di stamane dal Nucleo di polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, insieme con la squadra Mobile di Napoli:  tutte accusate di  associazione per delinquere "dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e alla corruzione", di cui facevano parte anche alcuni ex agenti  impiegati presso l'Ufficio Immigrazione della Questura di Napoli. Tra loro, uno dei promotori e organizzatori del sodalizio criminale risulta essere Vincenzo Spinosa, un ex ispettore di polizia già in servizio presso l'Ufficio Immigrazione, "il quale - per la nota diffusa dagli investigatori - sovrintendeva e coordinava l'intera filiera dei servizi offerti alla clientela". L'inchiesta ha portato anche a numerose perquisizioni domiciliari che, oltre ai soggetti arrestati, hanno riguardato altre 9 persone, coinvolte a vario titolo nelle attività illecite.
Della falsificazione dei documenti, carte di identità, passaporti, che in cambio di denaro gli immigrati riuscivano ad ottenere da alcuni poliziotti corrotti dell'ufficio immigrazione della Questura di Napoli, si occupava anche Ahmedi Khemisti, detto "zidane", algerino già noto alle forze dell'ordine, arrestato nel novembre del 2018 dalla polizia locale di Napoli perchè trovato in possesso di migliaia di documenti falsi nella sua "base" di Poggiomarino, nel Napoletano.
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23-05-2019 13:03:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA