Una storia secolare che potrebbe fermersi per la prima volta a causa dell'emergenza sanitaria e al lockdown in atto in tutto il Paese, anche se per il popolo di Napoli che dalla notte dei tempi unisce il sacro al profano, questa eventualità sarebbe vissuta come la peggiore delle jatture.
"Uno stop della processione? Non è mai successo prima - dice lo storico Paolo Jorio, direttore del Museo del Tesoro di San Gennaro - Nemmeno durante la guerra è stata fermata".
Una eventuale celebrazione dovrebbe essere a porte chiuse, senza fedeli, come ipotizza Riccardo Imperiali di Francavilla, della Deputazione di San Gennaro.
"La processione è da escludere per l'inevitabile promiscuità della situazione, con tantissime persone gomito a gomito - afferma - Sarebbe auspicabile una cerimonia nella Cappella con una processione simbolica all'interno, per non interrompere la tradizione". E, nel caso, prevedere, per le celebrazioni eucaristiche, la "presenza del cardinale Crescenzio Sepe e una delegazione della Deputazione, insieme con una rappresentanza religiosa".
"Sarebbe molto triste - prosegue Imperiali di Francavilla - ma in questo senso deve prevalere il rispetto delle misure e il buon esempio deve partire dalle istituzioni. Il nostro Santo ci protegge anche senza la processione. In ogni caso, le preghiere del 2 maggio, saranno tutte rivolte affinché finisca questa epidemia".
La processione delle reliquie del santo si svolge da secoli dal Duomo alla Basilica di Santa Chiara, attraversando il cuore della città, nel sabato che precede la prima domenica di maggio. E' uno dei tre appuntamenti annuali in cui i fedeli attendono la liquefazione del sangue del patrono di Napoli e della Campania: le altre date del prodigio sono il 19 settembre e il 16 dicembre.