Quattro sindaci mandati a casa da chi li aveva sostenuti. Quattro amministrazioni finite prima del tempo a Castellammare in quindici anni. Il sequel del film degli scioglimenti anticipati comincia con Ersilia Salvato, continua con Luigi Bobbio e arriva alle ultime due esperienze a marcia Pd. Prima Nicola Cuomo, poi Tony Pannullo a cui è stata tolta la fascia a 18 mesi dal suo ingresso a Palazzo Farnese. Tre bandiere di centrosinistra e una di centrodestra. Ma il centrodestra ora cancella dalla foto il magistrato, uscito dalla scena politica, per cominciare la sua marcia alla conquista del comune. Si respirava aria di ottimismo ieri nella sala del Supercinema gremita di gente e mentre si parlava di politiche, l'obiettivo era già puntato verso le amministrative di primavera. E' stato il Pd stabiese il bersaglio principale dei candidati al Parlamento di Forza Italia che guarda già alla possibilità di tornare al governo della città. Lo dice chiaramente Mara Carfagna: "Il Pd ha scaricato sugli stabiesi le sue crisi e le sue lotte di potere. Un giorno dopo la chiusura delle elezioni politiche, pronti a dimostrare che a Castellammare c'è chi ha un altro modo di governare". Il centrodestra cancella il dato che a tradire è stato il drappello di forze civiche e va diretto all'attacco del principale avversario in vita dell'appuntamento delle prossime amministrative di primavera. Rincara la dose Nello Di Nardo, tra i registi dell'operazione scioglimento, un merito che si prende al 50%: "Pannullo ha parlato di camorra, ma nel comune ha regnato solo l'incapacità". La ricetta del candidato al Senato del listino è: "Basta con un uomo solo al comando, serve lavoro di squadra".