Un complotto per incastrare Renzi. "Non posso anticipare il giudizio che dovrà dare il Csm, nel caso si dimostrasse il coinvolgimento di uno o più magistrati. Quel che è certo è che falsificare un rapporto di polizia giudiziaria è molto grave". Se il capitano Scafarto ha parlato di un errore fatto in buona fede, non la pensa allo stesso modo il vice presidente del Csm Giovanni Legnimi, che in un intervista a Giovanni Minoli, che andrà in onda stasera su La7, ha risposto alla domanda se si possa parlare di un complotto contro Matteo Renzi per quanto accaduto nell'inchiesta Consip. Del resto lo stesso ufficiale stabiese, se rispetto ad una frase dei verbali attribuita al padre di Renzi e pronunciata da Italo Bocchino ha parlato di errore, sui servizi segreti ha tirato in ballo il magistrato che dirigeva l’inchiesta. Scafarto non ci sta a fare da capro espiatorio. L’ufficiale del Noe, indagato per avere falsificato i verbali dell’inchiesta Consip, ha precisato ai magistrati che l’hanno interrogato di avere spiegato a Woodcock che l’allarme Servizi segreti era cessato e di non essere mai stato seguito dagli 007. Ma per Legnini il caso è tutt’altro che chiuso. Del resto ci sarebbe una responsabilità della magistratura anche sulle continue fughe di notizie che hanno contrassegnato questa delicata inchiesta. Legnini condivide l'affermazione fatta dal pm Nicola Gratteri, a proposito della pubblicazione della telefonata tra Matteo Renzi e il padre, non depositata nell'inchiesta Consip, che quando c'è una fuga di notizie fuoriesce quasi sempre dalla procura o dalla polizia giudiziaria. E che quando ne è responsabile la polizia giudiziaria c'è una sorta di silenzio-assenso da parte dei pm che procedono. "Ha ragione Gratteri, che è un grande magistrato ma con cui non sempre sono d'accordo". Il colloquio tra Renzi e il padre "non doveva essere consegnato alla stampa", ha detto ancora Legnini, assicurando che su tutta la vicenda la vigilanza del Csm è "molto elevata" e spiegando che il Consiglio superiore si pronuncerà quando saranno finite le indagini della procura di Roma e gli accertamenti del ministro della Giustizia e del Pg della Cassazione.