Si annuncia infuocato. Appuntamento complicato per il sindaco Pannullo e la sua maggioranza quello di venerdì. In aula arriva il provvedimento sulle Terme di Stabia, ma l’opposizione annuncia già battaglia. E ad avere dichiarato guerra, da tempo, ci sono gli ex lavoratori termali che speravano di essere riassunti in Sint. A rendere ancora più complesso il percorso il caso Melisse, che da presidente del consiglio in quota Pd, ora ha il dente avvelenato per il provvedimento a suo carico sulle 130 tessere on line ad amici e parenti. Iscrizione su cui il partito di Renzi dovrà decidere domani a Roma, ma Melisse si dice di essere pronto a fare le valige: “Se non ci vogliano ce ne andiamo”. Mentre Emanuele Fiano inviato da Roma dice netto: “Melisse è incompatibile con il Pd”. Venerdì sarà anche la prima volta di Tina Somma, che entra a Palazzo Farnese dopo la sospensione del prefetto di Massimo de Iulio condannato per estorsione. In una nota intanto sulle Terme la minoranza parla di blitz: “Con un vero e proprio ‘blitz’ la maggioranza politica, senza minimamente tenere conto della dialettica politica e del confronto con gli ex termali, ha votato ed approvato in commissione Finanze un provvedimento ‘emendato’ appena due giorni fa riguardante il futuro del termalismo a Castellammare di Stabia. Stigmatizziamo questo comportamento antidemocratico e contro gli interessi degli ex lavoratori, già per troppo tempo lasciati da parte in questa vicenda”. Avrebbero voluto un rinvio che non è arrivato. “Ufficialmente gli emendamenti sono stati presentati il 3 marzo scorso – hanno continuato i consiglieri – e per questo avevamo chiesto alcuni giorni in più per visionare i documenti e valutarli. Invece i consiglieri di maggioranza hanno pensato bene di fare tutto da soli, senza tenere conto della complessità di una questione a cui è legato il futuro della città e il destino delle maestranze. Con gli stessi ex lavoratori ci eravamo già confrontati in commissione: una prova di dialogo avvenuta solo grazie all’impegno dell’opposizione. Una prova che dimostrava quanto i cittadini potessero riavvicinarsi ed avere voce in capitolo in processi decisionali e strategici ‘chiave’ per Castellammare. Ora non possiamo non chiederci quale possa essere il motivo della ‘fretta’ che rischia di mandare a monte mesi di duro lavoro: ancora speculazioni? Manovre poco chiare? Siamo delusi ed amareggiati: daremo battaglia in consiglio comunale, non permetteremo a questa maggioranza non farà calare di nuovo su Castellammare un macigno dal quale sarà impossibile liberarsi”.