La lunga notte del Pd non è ancora finita. I litigi e le divisioni, che hanno messo in crisi i Dem a Castellammare e portato all'esclusione della lista a Torre del Greco, rimbalzano in Regione. Sono tre le voci che continuano a mostrare un partito in cui ormai lo scontro non termina, neanche quando suona il gong dell'apertura della campagna elettorale. Su Castellammare i tre consiglieri regionali Casillo, Picarone e Marciano intervengono apertamente, svelando, a giochi fatti, i retroscena della scelta dell'ex forzista Massimo de Angelis a candidato a sindaco del centrosinistra e della spaccatura nella lista del Pd tra i fedelissimi di Pannullo e quelli di Corrado. Un braccio di ferro durato fino all'ultimo e che si è tradotto nella presentazione della lista con 19 nomi per l'uscita di scena di cinque candidati vicini al segretario cittadino. E contro di lui punta il dito Casillo: "La mia linea era quella di continuare con l’operato portato avanti da Antonio Pannullo. Per me era naturale che fosse lui il candidato sindaco. La scelta fatta dal segretario cittadino Nicola Corrado, da sempre su posizioni opposte alla mie fin dal congresso locale, e dal consigliere regionale Francesco Picarone è stata quella di convergere su Massimo De Angelis, ma in nome dell’appartenenza al partito ho comunque lavorato per individuare candidati utili alla causa". Tirato in ballo Picarone spiega il senso della scelta di un candidato a sindaco moderato, che avrebbe dovuto essere sostenuta anche da Forza Italia, poi rientrata nella coalizione di centrodestra di Getano Cimmino. "Oltrepassare i propri confini per provare a vincere ancora, aggregando anche pezzi di rappresentanza civile disposti a lasciare il Centrodestra", questa l'operazione a Castellammare e Torre del Greco finita in frantumi. Ma il consigliere di Salerno non ci sta ad assumersene da solo la paternità. "Tutti sembravano d'accordo, anche i colleghi consiglieri regionali del Pd di Napoli. – scrive Francesco Picarone - Qualcosa si è rotto alla fine. Più di qualcosa. E non per colpa di de Angelis". Anzi per Picarone le colpe stanno proprio all'interno del Pd. "Chi era rimasto alla finestra torna e forza di nuovo gli equilibri di partito dentro questa alleanza costruita con grande fatica. Cadute nel vuoto le esortazioni a comporre una lista unitaria forte, senza blocchi di alleanze interne in grado di condizionare gli esiti elettorali e che invogliasse tutti a candidarsi. Molti non si sono più candidati perché hanno visto materializzarsi i soliti equilibri che tanto danno hanno prodotto. Mi dicono che sono rimasti dei vuoti di lista. Mi spiace per Corrado che non ha saputo, o forse potuto, garantire l'unità del Pd". Tutti contro il segretario cittadino, ma a difenderlo arriva il consigliere regionale di sinistra Antonio Marciano: "Scaricare la responsabilità su Nicola Corrado dà la cifra della qualità e della inconsistenza di chi dirige il partito a Napoli ed in Campania o di chi pensa di telecomandarlo". Nel Pd la guerra non conosce tregue e la campagna elettorale è appena cominciata.