LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Castellammare

Il business internazionale dei soldi falsi, l'hacker di Moscarella a capo di un affare di famiglia

Coinvolte nell'inchiesta la madre, la sorella e la cugina. Da casa partivano pacchi per otto Paesi

di Redazione
Il business internazionale dei soldi falsi, l'hacker di Moscarella a capo di un affare di famiglia

L’hacker temuto in tutta Europa si fidava solo della sua famiglia. Dal suo quartiere generale la casa di Moscarella, Carmine Guerriero faceva partire spedizioni di soldi falsi in otto paesi. Un affare importante che aveva deciso di condividere solo con le persone a lui più vicine, essendo riuscito a costruirsi una organizzazione che gli consentiva di arrivare in Spagna, Svezia, Olanda, Portogallo, Lituania, Francia, Austria e Germania. Dalla sua stanza riceva gli ordine dei clienti, che poi erano la madre, la sorella e la cugina a effettuare. Al mago del web, che sapeva viaggiare nel mondo nascosto del deep web, bastava curare la regia dell’intera catena di comando. Le tre donne sono indagate nell’inchiesta che ha smantellato la rete accuratamente organizzata dal mago di internet. Guerriero, che si è difeso sostenendo dinanzi ai magistrati di essere vittima della sua fama, adesso dovrà tirare fuori dai guai anche le donne della famiglia. Per gli 007 della Guardia di Finanza sono coinvolte come Guerriero, che ai suoi contatti si presentava con il nickname “Amico Frizz”. Carmela Cavallaro, coma la figlia, Filomena Guerriero e la nipote Anna Sorrentino farebbero parte dell’organizzazione. Ognuna secondo la procura di Torre Annunziata aveva un compito preciso. Come ricostruisce accuratamente Tiziano Valle su Metropolis alla madre toccava preparare i pacchi. Libri vuoti all’interno in cui custodire i soldi falsi da affidare a società di spedizione di Castellammare, che nulla sapevano del contenuto scottante che avrebbero gestito. Pacchi che consegnava ai corrieri la sorella dell’hacker, mentre sul conto corrente della cugina finivano i guadagni del traffico. Profitti elevati visto che le banconote erano vendute ai clienti al 30% del valore reale, ma costavano all’hacker molto meno. Una parte del resto del business che lo colloca al centro di vendita di tutta una serie di documenti falsi, come i permessi di soggiorno, le carte clonate e le patenti. Soldi facili, che Carmine Guerriero pensava di incassare avendo curato la regia di un delitto perfetto. Fino a quando la settimana scorsa non è stato arrestato e le donne della sua famiglia finite nell’inchiesta giudiziaria insieme a lui. 


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11-12-2016 14:13:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA