LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il caso

Il braccio destro di Di Maio nomina Vitiello come suo avvocato. De Falco: "Non sapevo fosse massone, gli ho chiesto di fare un passo indietro"

Il candidato alla Camera di Castellammare: "Gli attivisti del collegio stabiese dalla mia parte, non mi fermo"

di Redazione
Il braccio destro di Di Maio nomina Vitiello come suo avvocato. De Falco:

Di Maio lo mette fuori dal movimento e minaccia di chiedere un risarcimento per i danni all’immagine dei Cinquestelle. Il suo braccio destro, Dario De Falco, lo sceglie come avvocato per difendersi dopo una condanna con settemila euro di ammenda nei confronti di una società del comune di Pomigliano. A raccontare la storia è il Mattino che la ricostruisce per dimostrare che a salvare Lello Vitiello ci penserà un fedelissimo del leader che lo attacca. A scegliere l’avvocato di Castellammare come candidato alla Camera e a proteggerlo dopo la bufera con cui si è scoperta la sua appartenenza alla massoneria, sarebbe sempre la stessa persona. Dario De Falco contemporaneamente tra i registi del Movimento a livello nazionale e amico dello stabiese Vitiello. De Falco però oggi smentisce la vicenda: "Quando ho saputo che Vitiello era massone l'ho chiamato per chiedergli di fare un passo indietro e in ogni caso ritengo concluso il nostro rapporto per la vicenda legale". Ma il candidato in Parlamento che ha pubblicamente dichiarato di volere continuare la campagna elettorale con il simbolo dei Cinquestelle e di ignorare lo stop arrivato da Roma, replica. “Resto basito dalle modalità con cui si sta gestendo questa campagna elettorale. Una caccia alle streghe quale modalità per rimestare un fango che non c’è! E’ in atto una campagna di delegittimazione e denigrazione della mia persona attraverso la diffusione di notizie che non avrei mai pensato potessero essere rese pubbliche. Non ho idea di come possa essere diventata di dominio pubblico la notizia della nomina, sottoscritta peraltro molto tempo prima del 13 febbraio, quando De Falco non conosceva la passata appartenenza alla massoneria. Prendo, pertanto, formalmente le distanze da questo finto sensazionalismo tipico di chi non ha altro da dire”. Del resto i volantini con Vitiello e i Cinquestelle sono ovunque nel collegio da Castellammare a Sorrento. E lui dichiara con franchezza di avere dalla sua parte molti attivisti locali. "Nella vita di un uomo arriva sempre il momento del redde rationem: su 100 persone, 98 mi hanno compreso e abbracciato. Alcune di loro - e non ho difficoltà a dirlo - mi hanno addirittura confidato: 'Lello, per noi conti solo tu, del resto non ci importa'", conclude il legale campano. Secondo Vitiello, i 5 Stelle "sono stati mal consigliati: se avessero detto dal primo momento 'siamo contro la massoneria deviata', io sarei stato con loro. Ma la massoneria sana - rimarca il legale - ha fondato i principi della Repubblica. Alcuni massoni erano in commissione per scrivere la legge sul divorzio, hanno portato avanti battaglie importanti. Io in massoneria ho imparato la storia dell'arte, la storia d'Italia. Tutto ciò non ha nulla a che fare con la P2. In massoneria io ho solo fatto del bene, lavorando anche gratis". Ma nonostante il game over pronunciato da Di Maio: "Piuttosto resto a casa. Non mi metto con gli altri partiti, non vivo di politica. Continuerò a considerare il Movimento l'unica forza credibile e lo appoggerò", risponde Vitiello, che spera ancora in una riappacificazione con i pentastellati: "Credo che si possa ancora aggiustare il tiro. Mi hanno candidato (e l'ha deciso Di Maio, tramite il suo braccio destro De Falco) perché ho un curriculum che parla per me. Non vedo come questo sgambetto possa cambiare le carte in tavola".


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20-02-2018 11:44:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA