Erano avvolti in uno straccio nella cucina della villa di Imperiale alla periferia di Castellammare. In una lettera a suo fratello, Vincent Van Gogh ne parla raccontando del vento che c'era nella baia "che quasi non si riusciva a stare in piedi". In quella bufera, l'artista olandese dipinse nel 1882 "Spiaggia di Scheveningen prima di una tempesta", che nella notte del 7 dicembre 2002 sparì nella borsa di un ladro che salì su una scala, aprì una finestra e lo portò via dal Museo dedicato all'artista ad Amsterdam. Nella borsa anche un altro dipinto, "Una congregazione lascia la chiesa riformata di Neuenen". Per 14 anni i due quadri sono "svaniti nel nulla" fino a quando sono stati ritrovati avvolti in quello straccio a Castellammare, dove nessuno li sarebbe andati mai a cercare se non ne avesse parlato un collaboratore di giustizia svelando i segreti degli scissionisti. A raccontare la loro storia oggi il direttore del Museo Van Gogh Alex Ruger, tredici anni di nulla fino a un giorno di settembre del 2016 quando 13 agenti della Guardia di Finanza del Gico di Napoli li ritrovarono avvolti in uno straccio nella cucina di una casa di Castellammare di Stabia, durante un blitz anticamorra. Le due opere torneranno al loro posto ad Amsterdam, ma solo a fine mese: fino al 26 febbraio saranno esposte nel Museo di Capodimonte in una mostra inaugurata stamattina e che avrà come guide anche i ragazzi del Rione Sanità.
Una mostra da cui "emerge il volto dell'Europa che mette insieme Italia e Olanda nel nome della bellezza e della legalità, un binomio forte, soprattutto a Napoli", ha sottolineato il sottosegretario ai Beni Culturali Antimo Cesaro in una sala da ballo di Capodimonte gremita di autorità, venute anche dall'Olanda per testimoniare "rispetto e gratitudine per la Guardia di Finanza e la Procura di Napoli", come ha spiegato Herman Bolharr capo della Procura Olandese, ma anche per celebrare "il trionfo dell'arte, della legalità e dell'amicizia italo-olandese", ha sottolineato l'ambasciatore del regno d'Olanda Joep Wijnands.
Ma che ci facevano le opere a Castellammare? Lo ha spiegato il generale Giorgio Toschi, comandante della Guardia di Finanza riferendosi all’inchiesta che ha coinvolto il narcotrafficante stabiese adesso latitante: "Le opere d'arte sono diventate un bene rifugio anche per la criminalità organizzata, che le usa come strumenti di investimento o mezzi di pagamento, ma anche come simbolo di potere, una forma di ostentazione dell'elevato tenore di vita".
E di "risultato straordinario", ha parlato oggi anche Luigi Riello, procuratore generale di Napoli, anche lui di Castellammare, ricordando come i magistrati lavorino "in un difficile contesto dove la camorra sfida le istituzioni, penetra i meccanismi finanziari e tende al disordine sociale. Ma lo Stato ha risposto".
I due quadri saranno in mostra per venti giorni al secondo piano di Capodimonte, che proprio ieri ha raggiunto la cifra record di seimila visitatori, pur senza i Van Gogh. E al governatore della Campania Vincenzo de Luca non è sfuggita l'occasione della riconoscenza del Museo olandese per Napoli: "E' una sofferenza - ha detto - rimandare indietro i due quadri, contiamo di avere l'aiuto dell'ambasciatore per una mostra su Van Gogh a Capodimonte, gli ho anticipato che potrebbero portare 'Notte stellata'". Con la rassicurazione che a Capodimonte le finestre siano impenetrabili.