Chiesto un milione di euro a Costa Crociere: la nave non funzionava. Per le vittime non fu tutta colpa del comandante Schettino, ma della compagnia che non si era assicurata funzionasse il piano di emergenza. L'associazione Anmil (Associazione mutilati e invalidi del lavoro) ha citato la compagnia di navigazione Costa Crociere come responsabile civile nel processo-bis sul naufragio della nave Costa Concordia del 2012 all'isola del Giglio, in corso a Grosseto, con imputato Francesco Schettino e dedicato alle accuse di violazione delle norme a tutela dei lavoratori marittimi e deturpamento dell'ambiente.
Gli avvocati di Anmil, che è parte civile nel processo, hanno depositato una richiesta di risarcimento per un milione di euro.
Richiesta, spiegano i legali dell'associazione - Massimiliano Gabrielli, Alessandra Guarini e Cesare Bulgheroni -, "motivata dai malfunzionamenti della nave ed il mancato rispetto delle normative di emergenza da parte della compagnia di navigazione, sul modello statunitense di danni punitivi con effetti deterrenti e di prevenzione contro futuri disastri navali".
Il giudice Gian Marco De Vincenzi ha già chiamato in causa Costa Crociere SpA come responsabile civile, che ora, comparendo nel processo accanto all'imputato Schettino, potrebbe essere nuovamente tenuta al pagamento di futuri risarcimenti.
Le parti processuali, spiegano ancora gli avvocati, "giocheranno una partita contro il tempo, sul filo della prescrizione dei reati che, essendo di natura contravvenzionale, in questo giudizio maturerebbe al gennaio 2017; il calendario di udienze, già stabilito con ritmi molto intensi, ha però chiarito che è tutta intenzione del tribunale arrivare a pronunciarsi con una nuova sentenza prima dell'estate".
Il processo-bis di Grosseto si incrocerà con l'appello del processo principale sul naufragio della Costa Concordia, con il quale il comandante Francesco Schettino è stato già condannato a 16 anni di carcere, e che inizierà il 28 aprile.