LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Castellammare

I fedelissimi di Cuomo attaccano tutti, affondo su Pannullo: "Un burattino nelle mani di Corrado e Iovino"

In un documento l'ex sindaco e il suo gruppo spiegano la scelta di non partecipare: "Situazione preoccupante"

di Redazione
I fedelissimi di Cuomo attaccano tutti, affondo su Pannullo:

Nicola Cuomo non è tra i protagonisti di questa campagna elettorale. Il suo nome e quello del suo gruppo non sono sulla scheda che si dovrà infilare nell’urna tra meno di un mese. Negli ultimi giorni prima della presentazione delle liste i suoi fedelissimi, che avevano già un simbolo e scelto il nome “Castellammare bene comune”, hanno deciso di non presentarsi. Ma a campagna elettorale già iniziata, Cuomo e i suoi hanno fatto esplodere la bomba. In un lungo documento al vetriolo spiegano perché hanno deciso di saltare un giro, facendo salire sul banco degli imputati il Pd. Alla segreteria regionale di Assunta Tartaglione attribuiscono un comportamento pilatesco: “In maniera del tutto contraddittoria non ha espulso i quattro consiglieri comunali del Pd (Rosanna Esposito, Francesco Iovino, Rodolfo Ostrifate e Francesco Russo) che hanno determinato lo scioglimento anticipato. Tre dei quattro consiglieri traditori oggi sono addirittura nuovamente candidati”. Facendo un passo indietro, Cuomo parte all’attacco di quelli che individua come i protagonisti della fine anticipata della sua esperienza di governo: “Lo scioglimento del consiglio comunale è stato il frutto di un mero accordo di potere e di interessi individuali contro un’amministrazione coraggiosa. I protagonisti di quella squallida vicenda non erano uniti da alcuna visione strategica per il futuro della nostra città, se non quella di diventare sindaci”. Ed ecco arrivare la carrellata dei nomi a cui è attribuita la regia dell’operazione. Si comincia con Gaetano Cimmino, candidato sindaco del centrodestra, ricordando come da segretario dei Democratici si spostò nel campo avverso: “Abbiamo visto snaturato il faticoso lavoro di rifondazione compiuto nel partito dopo l’assassinio di un suo consigliere comunale nel febbraio 2009. A seguito di tale triste e imbarazzante episodio molti esponenti del partito che oggi ricoprono ruoli di spicco, si allontanarono in modo vile e frettoloso, aderendo anche al centro destra”. Ma poi per tutti c’è una menzione.
Se su Salvatore Vozza c’è solo un passaggio: “Alla fine quelli che ci hanno mandato a casa si sono divisi in maniera eclatante, Vozza ha costituito una coalizione di centro sinistra alternativa al PD”. Su Di Nardo i toni cominciano ad alzarsi: “Il suo progetto si è dissolto, da segretario regionale di IDV e da ex sottosegretario all’interno, non è riuscito neanche a fare una lista nella sua città dopo essersi proposto a sindaco a tutti gli schieramenti ed aver ricevuto umilianti dinieghi”. Si tratta, però, solo di schermaglie, visto che le parole più pesanti sono ovviamente per il Pd e i suoi dirigenti: “Hanno fatto buon viso a cattivo gioco. Nicola Corrado è restato all’asciutto per la terza consiliatura di seguito, in quanto ha visto inesaudito il suo atavico desiderio di diventare sindaco ed ora finge di sostenere Pannullo, mentre cercherà di condizionarlo, insieme ai suoi complici nella caduta dell’amministrazione”. La parte peggiore tocca a Pannullo: “Un burattino che, pur di fare il sindaco, ha rinunciato al suo ruolo guida ed ha accettato, senza nemmeno aver condiviso un programma con la città, alleanze con liste che si sono formate per incanto in una notte e che contengono anche personaggi di dubbia provenienza”. Se il candidato a sindaco non ha avuto un ruolo, per Cuomo e il suo gruppo a pensarci sono stati l’ex assessore Corrado e il sindacalista Gennaro Iovino: “Queste liste, al contrario, sono state sottoposte al loro vaglio, Corrado e Iovino hanno gestito in maniera dittatoriale la formazione delle stesse e della coalizione”. Poi il passaggio più duro: “Ci ha inquietato venire a conoscenza tramite alcune denunce riportate dalla stampa che le liste sono state costruite in un anonimo sgabuzzino di via Plinio il vecchio”. 
Di qui la decisione di fare passo, non partecipando a questa competizione: “Da questa situazione caotica, mal gestita e poco garantista in termini di democrazia e legalità abbiamo reputato opportuno prendere nettamente le distanze ed abbiamo avvertito doverosamente e ripetutamente i vertici del Pd che la situazione di Castellammare era ed è preoccupante”. 
Ma non è una uscita di scena definitiva: “Fiduciosi della coscienza critica dei cittadini stabiesi proponiamo di guardare avanti e annunciamo la costituzione dell’associazione Bene Comune che accoglierà chi intende impegnarsi con spirito di volontariato nel mondo della buona politica”. Scatenata la tempesta i dissidenti del Pd resteranno a guardare fino al rientro in campo ad urne chiuse. 


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16-05-2016 20:53:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA