Avrebbero dovuto custodire i tesori della Villa e invece li vendevano tramite WhatsApp. La custode del Museo Villa Livia di Napoli, suo marito, e anche i due figli minori della coppia, tra i componenti la banda di ladri che, su commissione, hanno trafugato dal Museo diverse d'opere d'arte poi rivendute ad antiquari e collezionisti a cui la donna faceva pervenire un campionario fotografico via WhatsApp. A scoprirlo sono stati i carabinieri del comando tutela patrimonio culturale che hanno eseguito sei misure cautelari (due arresti in carcere, tre ai domiciliari e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) emesse dal gip di Napoli e dal Tribunale dei Minori. Arrestati Maria Grazia Mazzarella, classe 1974; Angelo Sarrubbi, classe 1974; Fulvio De Luca, classe 1959; Simone De Luca, classe 1996 e i due figli della coppia.
Le indagini - partite nel 2018, dopo la denuncia del direttore della Galleria - hanno consentito di scoprire che lei rubava, con il marito che le faceva da palo, e i due figli minori portavano il bottino ai due ricettatori i quali a loro volta lo consegnavano agli acquirenti.
Villa Livia è stata usata come set per la fiction «I Bastardi di Pizzofalcone» e per il film «La Paranza dei bambini». Dalla ricognizione di tutti i beni culturali presenti all’interno della Villa è emerso che molte opere mancassero all’appello: tra queste 22 dipinti di Scuola Napoletana del XVIII e del XIX secolo, 15 sculture in bronzo, marmi, maioliche e argenti.
Le successive investigazioni, supportate anche da attività tecniche, hanno accertato che a pianificare i furti fosse la custode del museo, con la complicità del marito e dei due figli minori.
La donna contattava i compratori e inviava loro il campionario fotografico delle opere esposte.
I “clienti”, alcuni operanti nel mercato antiquariale della città di Napoli e altri conosciuti come collezionisti del settore, sceglievano il pezzo pregiato da acquistare e ne concordavano il prezzo. La “consegna” era invece curata dai figli minori della donna.
“Villa Livia”, nota per aver ospitato anche le riprese di una puntata della prima stagione della fiction “I Bastardi di Pizzofalcone” e del film “La Paranza dei Bambini”, custodisce nelle sue sale numerose opere di interesse storico-artistico.
Tra i vari dipinti e sculture dell’esposizione spicca un capitello in pietra formato da due frammenti con lavorazione a foglie risalente al I secolo a.C., in piena epoca romana. Anche questo rubato e poi recuperato dai carabinieri nelle perquisizioni effettuate il 16 Luglio 2018.
Nel corso delle operazioni compiute nella mattinata di oggi si è proceduto, anche, all’esecuzione di otto decreti di perquisizione domiciliare nei confronti degli acquirenti a riscontro dell’attività investigativa compiuta.
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