Con gli elicotteri per ridisegnare la mappa di uno dei business più proficui del clan. Sorvolando le montagne dei Lattari i carabinieri sono riusciti questa mattina a scoprire altre zone in cui si coltiva la marijuana, che poi arriva a Castellammare per essere confezionata e venduta. Due le piantagioni di cannabis scoperte dai carabinieri. Un affare da venticinque milioni di euro, più consistente dell’ultima operazione di una quindicina di giorni fa. La più vasta a Gragnano, in località Spinola. Più di quattromila le piante sequestrate, arrivate a superare i tre metri di altezza. Ma con l’aiuto dei sette elicotteri arrivati da Pontecagnano e dei cani addestrati da Sarno e la collaborazione della Guardia Forestale, i militari hanno scovato anche un'altra piantagione a Casola. Nel comune più piccolo dei Lattari si nascondevano 3.998 piante, alte tra i cinque e i sei metri, a via Cevane, mentre altre 1150 piante erano occultate tra i boschi in via del Balzo. La prima fase della produzione della droga, mentre poco più in là i carabinieri hanno scovato un capannone in cui sei chili di marijuana erano stati lasciati ad essiccare prima di essere pronti per la fase della suddivisione in dosi e lo spaccio tra le piazze stabiesi e quelle dei Lattari. Distrutte sul posto le piantagioni illegali, ora proseguono le indagini per identificare i coltivatori che si prestano come manovalanza dei clan di Gragnano e Castellammare per produrre la sostanza stupefacente. Un primo anello di una catena che le operazioni di carabinieri e guardia forestale stanno provando a smontare un pezzo alla volta.