Solo i genitori, il fratello e i parenti più stretti potranno dire addio a Nicholas. Funerali blindati, domani mattina all'alba, al cimitero di Gragnano per il ragazzo di 17 anni ucciso da una coltellata. La decisione di un rito funebre in forma strettamente privata per evitare il rischio contagio da coronavirus e abbassare la tensione, ancora molto alta, dopo il delitto della vittima uccisa da giovani della sua età. Un omicidio come capitolo finale di una sequenza violenta che Maurizio Apicella e Ciro di Lauro avrebbero pianificato per punire Nicholas. Il giudice per le indagini preliminari non ha creduto alle lacrime e alla ricostruzione dei due ventenni accusato di avere ucciso Nicholas e tentato di uccidere il cugino che era con lui. Non è credibile l'incontro casuale con una rissa finita male. Nelle motivazioni con cui il gip ha convalidato gli arresti si legge "appare credibile che i due avessero voluto attendere gli occupanti dell'auto per concretizzare le minacce proferite dall'Apicella verso Di Martino". Quegli avvertimenti di morte di cui Nicholas aveva parlato alla zia. Il nipote del boss, Nicola Carfora, sarebbe morto perché Apicella avrebbe voluto imporre la legge del più forte tipica di chi è indotto dell'aggravante mafiosa. Tante è vero che le vittime sono state "inseguite e accoltellate". Considerati letali anche quei colpi che i due hanno inferto a Carlo Langellotti, operato e salvato nell'ospedale San Leonardo otto giorni fa. I due sarebbero, quindi, stati vittime di un agguato e non di una rissa finita male come sostenuto dai due arrestati in lacrime. Uno il colpo che ha raggiunto Nicholas alla gamba, fatale perché gli ha reciso la vena aorta. Come riscontrato dell'autopsia eseguita ieri mattina. E, domani mattina, nel silenzio di un paese sgomento la sua famiglia dirà addio a Nicholas.
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