Era con Nicholas nella terribile notte di sangue. Inseguito e ucciso a 17 anni, dopo una lite con due ragazzi, al suo fianco c'era solo il cugino. Carlo Langellotti accompagnò con la sua auto in ospedale il nipote del boss Carfora, che poi dopo poche ore, morì. Ferito dagli stessi aggressori di Nicholas e operato al San Leonardo, dopo tre mesi, il trentunenne da vittima diventa accusato. Il giovane di Gragnano è stato arrestato, questa mattina, in quanto per gli inquirenti riforniva di droga il mercato salernitano. Nelle prime ore di oggi, i militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, nei confronti di 4 indagati. Ai domiciliari con Carlo Langellotti, Giuseppe Nastro anche lui di Gragnano. I due per gli inquirenti rifornivano di hashish e marijuana un immigrato marocchino e un suo complice ad Eboli. L'indagine, svolta a partire dal mese di ottobre 2019, ha permesso di ricostruire l’esistenza di gruppo criminale, già noto agli ambienti investigativi, con ruoli e competenze ben definite, dedito al commercio e alla vendita di droga, con ingente disponibilità di stupefacente, sia hashish che marijuana. Un'organizzazione guidata da Sami Ouarsan, detto “Biscotto”, cittadino marocchino da anni in Italia, inquadrato nell’ambiente dello spaccio di sostanze stupefacenti. L'uomo aveva stretto un patto con i due gragnanesi e soprattutto con Langellotti, per gli inquirenti vicino al clan Carfora.
Ed è proprio il cugino di Nicholas che, arrestati i due giovani assassini del ragazzo, è l'unico a conoscere tutto di quella sequenza di odii, ripicche e violenze culminate nella morte tragica di Nicholas per strada il 27 maggio. Gli ultimi segreti della fuga con cui il diciasettenne aveva provato a salvarsi e di quel coltello che Maurizio Apicella ha inferto nella sua gamba, spezzando la sua vita per sempre.
Puoi ricevere le notizie de IlCorrierino.it direttamente su WhatsApp. memorizza il numero 334 919 32 78 e invia il messaggio "OK notizie" per procedere