Non sembrano fermarsi a Gragnano le polemiche dopo il congresso cittadino del PD, una battaglia senza esclusione di colpi fra gli opposti schieramenti che potrebbe finire a carte bollate.
Partiamo dall’inizio. Non essendoci più una sede del patito in città, la segreteria cittadina dei democratici, aveva fatto ricorso alla disponibilità un consigliere comunale, che per spirito di appartenenza aveva messo a disposizione il suo studio professionale per disputare il congresso.
Un congresso sentito, al punto che da Napoli era arrivato nella città della anche Marco Sarracino segretario provinciale uscente del partito, deputato, nonché firmatario della proposta Schlein.
Oggetto del contendere, neppure a dirlo, le anomalie sul tesseramento che secondo i sostenitori di Bonaccini, vede la strana quanto improvvisa lievitazione del numero degli inscritti dei Giovani Democratici sostenitori della proposta Schlein oltre che la presenza tra gli inscritti di una persona che alle ultime elezioni comunali si era candidato nelle liste contrarie a quelle del partito.
Un fatto questo che per gli anficionados di Bonaccini rappresenta una chiara ingerenza dell’attuale governance comunale nei fatti del maggiore partito di opposizione.
Un'ipotesi ovviamente, respinta con veemenza al mittente dal gruppo della deputata dalla triplice cittadinanza (italiana, svizzera e statunitense).
Veniamo ai fatti. La tensione fra gli opposti schieramenti era salita fin da subito alle stelle proprio per i dati sul tesseramento, al punto che l’avvocato che aveva messo a disposizione lo studio, quando è partita la resa dei conti ha deciso di ritirare la disponibilità a far svolgere in quella che considera casa sua il Congresso.
Da qui la decisione di una parte dei partecipanti di spostare il congresso in alcuni locali che il comune aveva dato in gestione alla parrocchia.
Un episodio, quest’ultimo, che ha suscitato l’ira della deputata forzista Annarita Patriarca, che senza mezze misure ha espresso le sue remore sulla gestione partitica di un bene pubblico definendolo come inaccettabile.
Questa la la storia, nell'attesa che da Roma arrivi qualche segnale di distensione, mentre restano sul campo le macerie di un partito sempre più spaccato, in forte crisi, dove la politica lascia spazio ad altro, e per di più con il rischio di ricorsi e denunce su presunte violenze fatte e subite in sede congressuale.