SABATO 23 NOVEMBRE 2024




Il fatto

Gragnano, a diciannove anni positivo al coronavirus: 'Non ho potuto neanche abbracciare mia mamma'

Rientrato a casa dopo lo stop del suo corso di formazione da assistente di volo

di Redazione
Gragnano, a diciannove anni positivo al coronavirus: 'Non ho potuto neanche abbracciare mia mamma'

A diciannove anni positivo al coronavirus. Un ragazzo proiettato, in pochi giorni, in un'esperienza che nessuno vorrebbe vivere. Un giovane allievo che vuole diventare assistente di volo ed è stato contagiato durante un corso di formazione. Un sogno che si trasforma in incubo. Un ritorno a Gragnano diverso da come lo aveva immaginato. Scrive con commozione: "Non ho potuto neanche abbracciare mia madre dopo due mesi che non la vedevo". E' solo un passaggio di un lungo post su Facebook, un racconto della sua storia per tranquillizzare tutti. Dai vicini a chi abita lontano. Dai giorni vissuti in solitudine fuori casa, alla decisione di tornare a Gragnano, mentre il virus corre nel nord d'Italia, per poi estendersi a tutta Europa. "Sono il ragazzo che è risultato positivo al Covid-19. Scrivo questo messaggio per chiarire la mia situazione e per evitare equivoci, vi chiedo di leggere attentamente e con attenzione" comincia così il suo racconto, diventato necessario per le paure e le psicosi che il virus fa crescere nell'animo umano. "Per tranquillizzarvi ci tenevo a precisare che dal momento in cui sono rientrato, sono stato in isolamento nella mia abitazione senza mettere piede fuori dalla porta di casa". Una scelta difficile quella di parlare delle ultime due settimane per rassicurare tutti. Un percorso a ritroso nel tempo: "A Bergamo ho cominciato a fine gennaio un corso di formazione per una compagnia aerea al fine di diventare assistente di volo; ad inizio marzo, vista la situazione critica per via del virus, la compagnia ci ha spostato in Germania, ad Hahn, per completare il corso". Sembrava che tutto fosse tranquillo, lontano dall'Italia dove già si cominciavano a contare i contagiati e i morti. Poi il brusco risveglio: "Un bel giorno la compagnia aerea ci invia una e-mail, dicendoci che il corso era sospeso e che noi dovevamo rientrare a casa poiché non ci avrebbero più pagato l'albergo in cui potevamo alloggiare. In poche parole, ci hanno invitato a toglierci dalle scatole, non potendoci offrire delle garanzie lavorative. Tantissimi aeroporti hanno chiuso e stanno chiudendo". Una situazione difficile per chiunque, figuriamoci per un giovane di 19 anni, con una sola possibilità: tornare a Gragnano, in attesa che il virus fermi la sua corsa. "Mi sono ritrovato in Germania, solo, senza un posto dove poter dormire nel bel mezzo di una pandemia. Chiaramente mi sono attivato per rientrare a casa e fortunatamente ho trovato un volo che potesse farmi rientrare in Italia. Una volta rientrato in Italia, seguendo le direttive nazionali, mi sono messo in auto-quarantena senza uscire di casa MAI, ho comunicato il mio rientro al comune di Gragnano e non ho avuto contatti diretti con i miei familiari". Un isolamento reso più pesante dalla notizia che un compagno di corso era positivo al coronavirus. "Arrivato a casa, sono venuto a sapere che un mio collega del corso si era sentito male ed era uscito positivo al tampone. Per avere una certezza sulla mia salute, ho attivato le procedure per il tampone, risultando sfortunatamente positivo". È un momento particolare per me e per la mia famiglia, chiedo un minimo di rispetto. Al momento io sto bene ed anche la mia famiglia, credo sia questo l'importante. Per il resto, forza e coraggio! Ce la faremo, andrà tutto bene". Una storia di coraggio e forza d'animo per spiegare a tutti che non è il tempo di giudizi. È tempo di condividere e capire gli altri come se si trattasse di un figlio o un padre.


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21-03-2020 18:44:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA