La Campania è tra le tre regioni di cui si sta interessando la Corte di giustizia europea, in particolare sulla scrivania dei magistrati si trova il fascicolo che riguarda i cittadini che negli anni hanno avuto a casa le bollette con la voce depurazione nonostante l’impianto di Foce Sarno non funzionasse. Già due le condanne ricevute dall'Italia da parte della Corte di Giustizia europea per inadempienze su sistema delle reti fognarie e trattamento delle acque reflue. Nel 2014 è stata avviata una nuova procedura di infrazione che interessa 817 agglomerati di cui 175 in Sicilia, 128 in Calabria e 108 in Campania. Ma la Gori che gestisce il servizio idrico nella stessa zona è sul banco degli imputati anche per un altro motivo. Ci sono, infatti, indagini istruttorie dell'Antitrust nei confronti di quattro società che gestiscono il servizio idrico in Italia: Abbanoa (Sardegna), Acea Ato2 (Lazio centrale e Roma), Gori (Campania), CITL (provincia di Caserta): nel complesso, le società in questione sono state sanzionate per pratiche commerciali scorrette nella procedure di fatturazione, richieste di pagamento di morosità pregresse ai nuovi clienti subentranti, modalità di gestione dei reclami e procedure di messa in mora e distacco.
"Auspichiamo che l'introduzione del nuovo sistema di regole omogenee, in tema di qualità contrattuale, possa essere un primo passo per porre tutti i cittadini italiani in una situazione paritaria a livello di diritti legati agli aspetti commerciali, in attesa di un simile provvedimento sulla qualità tecnica che garantisca a tutti l'accesso e la continuità del servizio stesso" afferma Tina Napoli, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva. "Accanto ai tre elementi indicati dall'Europa, qualità, accessibilità fisica e accessibilità economica - prosegue - riteniamo indispensabile un ampliamento degli strumenti a tutela del consumatore e una maggiore partecipazione attiva alla definizione del servizio, anche tramite luoghi di consultazione pubblica".