Gennaro Medaglia era un uomo schivo e non amava le foto. Né in casa né in pubblico. Il suo volto è quello immortalato sulla sua carta di identità. Impegnato nella gestione del cimitero, dei fondi per la ricorstruzione post terremoto del 1980 e di quelli europei per la valorizzazione turistica di Agerola, il geometra preferiva la concretezza alle ostentazioni. Anche le più semplici o innocue come una foto scattata con i coleghi o i parenti. Ma ad Agerola lo conoscevano e stimavano tutti. Proprio per il suo impegno verso il territorio. Ieri mattina ha vissuto i suoi ultimi attimi proprio come ne ha vissuti a migliaia in tutta la sua vita: gustando un caffè in un bar della frazione San Lazzaro e scambiando quattro chiacchiere con gli amici. Stava raggiungendo la sua auto per andare al lavoro quando Antonio Acampora lo ha stroncato investendolo con la sua Polo. Un volo di oltre 10 metri che ha provocato al geometra fratture e lesioni interne che non gli hanno lasciato scampo. Acampora voleva vendicarsi. Lo riteneva l'amante di Rosaria, la sua ex moglie con la quale era separato da 4 anni. Su di lui pende l'accusa di omicidio stradale con l'aggravante della premeditazione. Domani, giovedì 27 ottobre, sul corpo di Medaglia sarà eseguita l'autopsia. Venerdì, alle 11,00, sono previsti i funerali nella chiesa di San Matteo a Bomerano, la frazione dove abitava insieme alla moglie Maria e ai figli Bianca e Carlo.