Chi non parla napoletano è fuori gioco. Per l'Asl la conoscenza del dialetto è essenziale per chi deve lavorare con l'azienda sanitaria Na3. Una gaffe che è riportata da vari siti e ha messo in imbarazzo, nei giorni scorsi, i responsabili dell'insolito procedimento, costretti a correre subito ai ripari cancellando l'incredibile richiesta. Per essere selezionati si dovrà dimostrare l’ottima conoscenza del dialetto napoletano in un colloquio. “L’essere capaci di comprendere anche interlocutori con spiccate caratteristiche dialettali” è tra le richieste che, gli addetti dell'azienda in grado di aggiudicarsi un appalto di più di duecentomila euro debbono dimostrare di possedere. Questo almeno recitava il bando per aggiudicare “la fornitura di servizio di supporto e gestione azione amministrativa per gli uffici” che scadeva oggi. A riportare per primo la notizia è il sito Next Quotidiano. Le aziende che intendono partecipare, dovranno quindi fornire sei addetti in grado di capire e parlare il dialetto partenopeo per poter affrontare quelle che vengono definite “conversazioni problematiche”. Colpisce che il requisito della lingua dialettale preceda nella lista dei requisiti previsti sia il titolo di studio minimo, previsto il diploma di scuola superiore, sia la capacità di utilizzare il computer. Scatenatasi la bufera mediatica, l'Asl è corsa ai ripari. Tuttavia, un paio di anni fa quel bando era stato utilizzato per selezionare il personale dell’Urp perchè conoscere le "lingue" oggi è essenziale per lavorare.