Sembrava un barbiere come tanti. Un negozietto piccolo che da garage era diventato un parrucchiere per uomini a Gragnano. Ma era solo una copertura per un’attività a nero di un imprenditore tessile. Dietro quella facciata si nascondeva un’industria tessile in cui venivano realizzati costumi da bagno a bassissimo costo. Condizioni di lavoro da fare concorrenza all’India. A lavorare in condizioni precarie e senza contratto tre donne. Per eludere i controlli era stato installato un impianto di videosorveglianza che consentiva di monitorare l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine, interrompere la produzione e far allontanare le lavoratrici da una porta che dà sulla pubblica via, nascosta da una copertura in mattoni.
Durante controlli per il contrasto al lavoro “nero” e alle violazioni della normativa sul lavoro, i carabinieri della stazione di Gragnano, con il nucleo ispettorato del lavoro e il nucleo operativo ecologico di Napoli hanno controllato in via Incoronata un locale originariamente destinato a garage, a cui era stata cambiata la destinazione d’uso in barberia. Nel retrobottega hanno scoperto un secondo locale -non censito al catasto- destinato abusivamente ad opificio tessile. I carabinieri hanno denunciato il proprietario e l’affittuario dell’immobile: sono un 66enne e un 53enne entrambi di Gragnano; il secondo è un imprenditore tessile.
L’immobile è stato sequestrato insieme a dodici macchine da cucire e tessuti.