Operai fermi per un'ora. Scatta la protesta nello stabilimento Fincantieri di Castellammare. La decisione dei dipendenti per la decisione di trasferire una nave militare a La Spezia sei mesi prima del tempo. Per dicembre l'anfibio, gemello della Trieste varata con Mattarella a Castellammare, sarà terminato nella fabbrica di Muggiano in Liguria. Una scelta dei vertici dell'azienda, leader nel settore della cantieristica, che lascia a Castellammare l'amaro in bocca, ma soprattutto sei mesi di lavoro in meno. Per questo dalle 11 alle 12 gli operai hanno incrociato le bracce inviando un segnale contemporaneamente a Roma e a Trieste. Via la nave militare a dicembre, stop nello stesso mese anche per la costruzione dei pezzi del Ponte Morandi ormai in viaggio per Genova e in via di ultimazione. Da gennaio gli operai stabiesi e i lavoratori dell'indotto si ritroveranno con due tronconi di navi da terminare entro il 2023. Molto meno di quanto promesso al varo della Trieste con il Capo dello Stato, quando lo stabilimento stabiese sembrava rientrato da protagonista nella strategia dell'azienda. Sul tavolo ancora la cifra di 70 milioni di investimento per Castellammare che, però, al momento resta un numero su più documenti. Per il sindacato la nave deve restare nello stabilimento stabiese: "Sia ben chiaro il nostro obiettivo, la nave deve seguire il suo iter come previsto dagli accordi in essere che prospettavano fino a pochi giorni fa capacità autonome di portare l'imbarcazione in prova mare ad aprile, con il trasferimento previsto per giugno. Spostare a Muggiano migliaia di ore di lavoro per incapacità organizzative altrui porterà un danno di immagine ed economico a tutta Castellammare a partire da gennaio. Questo cantiere e questo territorio non possono sopportare una umiliazione simile".