Indietro non si torna, queste le dichiarazioni dei due Vice Preier Salvini e Di Maio, con il Governo che non fa passi in passi indietro, ma anzi procede spedito verso la stesura finale del Def, tutto mentre Mattarella riceve al Quirinale il premier Conte in vista del prossimo Consiglio Europeo, e il ministro Tria che tira dritto e pare non tenere conto delle bocciature di Bankitalia e dell'ufficio parlamentare di bilanci.
Tria chiarisce i conti della manovra sul versante fiscale e assicura che nell'arco dei prossimi tre anni le tasse andranno giù con una media annuale stimabile intorno a 1,7 miliardi di euro, confermando che la manovra 2019 prevederà interventi per 36,7 miliardi con un impatto sul tasso di variazione del Pil di 0,6 punti percentuali.
Sul fronte della pace fiscale l'ultima ipotesi di lavoro che il governo punta a introdurre con la manovra o con il decreto fiscale collegato sembra prevedere una dichiarazione integrativa, con il pagamento di una flat tax al 15% per chi non ha contenzioso in corso e fa emergere somme fino a 200 mila euro che non derivino da attività illecite o frodi fiscali. Non ci saranno quindi sconti penali e sarebbero esclusi i grandi evasori.
Sempre tutto confermato sulle modifiche alla Fornero, con il tetto di quota 100 fra età (almeno 62 anni) e contributi (almeno 38 anni).