Per ogni passo un pass al Festival di Sanremo. Un labirinto tra le strade di Sanremo per l’organizzazione della kermesse canora. Blindate le strade, controlli dietro ogni angolo per la sicurezza in città, ma resta il disagio per gli addetti ai lavori che devono anche fare i conti con l’infinita trafila per accedere alle aree riservate. Ogni angolo ha un pass nelle strutture che seguono costantemente il Festival. Ce n’è uno per Casa Sanremo, uno per la Sala Stampa al Palafiori, uno per i giornalisti del cartaceo, staff, blue room, red room, aree degustazione e chi più ne ha più ne metta. Una fiumana di cartoncini per entrare a far parte della grande macchina della kermesse sanremese. Tutte misure preventive per mantenere l’ordine e la stabilità, ma se non hai le carte giuste rischi di rimanere fuori. Ci vogliono permessi anche per un sefie: quest’anno nell’antiaerea di Casa Sanremo è stato esposto un cartonato raffigurante il maestro Beppe Vessicchio ma per chi non ha il pass dell’area interna non è possibile scattare foto, se non al di fuori del cordone delimitante. Allo stesso modo è impossibile accedere senza essere in lista nel luogo della vita notturna del Festival, il Forte. Per non parlare dei lunghi percorsi da fare per arrivare vicino all’Ariston. Certo, tutto giusto, questione di sicurezza, non è semplice gestire un evento di questa portata e la riuscita è merito non solo dello staff e di tutti quelli che lavorano dietro le quinte, ma anche delle forze dell’ordine, ma diventa davvero difficile riuscire a raggiungere qualsiasi destinazione anche per chi lavora. Badge su badge, file su file, transenne per transenne. Sanremo rappresenta l’Italia per davvero: tutta questione di burocrazia.