Si spengono i proiettori della XIV edizione di Faito Doc. Il festival dedicato quest’anno alla Metamorfosi. Il premio per il migliore lungometraggio va “ad un lavoro che esplora un microcosmo situato ai margini dell’Europa, raccontandone, in una prospettiva intima e non estetizzante, i meccanismi di frammentazione che premono sulle vite, determinandole spietatamente. E’ pero? attraverso un rapporto di lungo termine con la realta? esplorata e con la protagonista, che Scheme birds ci descrive il sottile ricostituirsi un tessuto affettivo, in ultima istanza coagulato nel potere generativo dell’amore materno.Il se rappelle ça e? un film che ci catapulta nella metamorfosi del padre dell’autore dai primi sintomi della malattia di Alzheimer. Un film colmo di delicatezza, che si approccia ad un tema drammatico senza essere pesante e con uno stile impressionista. E’ un lavoro che osa e cerca un’estetica, trovandola. Ponendosi delle domande sul cinema stesso e rimanendo fedele all’idea di raccontare attraverso immagini, suoni e montaggio, l’autore evoca il processo di decomposizione della memoria del protagonista: uno stato interiore che lui definisce “la maledizione bianca”. Il premio speciale della giuria va ad un documentario atipico, che affronta la storia coloniale italiana in una prospettiva inusuale, votata all’evocazione dell’immaginario infantile di chi in quegli anni era bambino, il che impone allo spettatore la sospensione del giudizio facile di chi guarda al passato cercando di demarcarne l’alterita?. Africa bianca, da un’intensa ricerca di archivio, ricostruisce con leggerezza onirica il rimosso dell’avventura Italiana in Etiopia, aggirando, con l’innocenza degli sguardi dei bambini, la polarizzazione discorsiva tra vittime e carnefici.
Il premio per il migliore montaggio va ad un film che in pochi minuti, anche grazie ad un testo composto magistralmente, traccia un affondo in cui ideologia, memoria ed eros si contaminano e sfumano tra loro. Dal giorno finche? sera e? un viaggio audiovisivo tra le cicatrici interiori di un personaggio lacerato, disegnato da un flusso elegante di immagini, suono e poesia. Il premio Giuria Giovani
Per averci fatto appassionare alla storia, e al suo protagonista per il coraggio di aver ripercorso una storia personale attraverso una polifonia di voci contrastanti, per aver inquadrato un contesto storico ben preciso e averlo saputo raccontare con delle splendide transizioni tra filmati, archivi e animazione, il lungometraggio vincitore del Faito Doc Festival 2020-2021, con il tema della metamorfosi, è Chris the Swiss! Per aver saputo raccontare una storia attraverso il coraggio della sua protagonista per averci fatto immedesimare e ammirare la forza con la quale questa giovane donna prende in mano il suo destino e riesce a cambiarlo.
Per la fotografia e la metamorfosi del suo personaggio, la menzione speciale per i lungometraggi del Faito Doc Festival va a : “Scheme Birds”Per averci restituito quello sguardo, da molti dimenticato
Per i giochi de luci e ombre, le sue immagini e le poche parole capaci di emozionare con delicatezza.
Per aver saputo ripercorrere un sentimento nostalgico attraverso un linguaggio poetico, il premio come miglior cortometraggio del Faito Doc Festival va a : “Shadows of your Childhood”.
Per aver saputo far parlare le immagini,
per aver osato uno stile differente, creando un’estetica di movimenti.
Per aver toccato un tema importante da correggere e da cambiare, attraverso più contrasti che definiscono l’insensatezza di questa società,
La menzione speciale al cortometraggio del Faito Doc Festival va a : “Mir Nase Gospe”.
Premio Ottica Sacco
Il premio “acutezza dello sguardo” va ad un altro film che riprende il tema dell’infanzia attraverso una costruzione immaginifica e favolesca delle percezioni di una bambina. Impeccabile sotto ogni punto di vista – estetico, narrativo e contenutistico – Shadows of your childhood sperimenta i limiti del genere, lasciandoci abbandonare ad una regressione creativa, in cui il mondo interiore trasgredisce nel reale.
Giuria Il Camino
Premiamo il corto “Dal giorno finché sera” di Alessandro Gattuso perché ha avuto la capacità di colpire, grazie alle sue scelte stilistiche, il lato più intimo e profondo dei nostri animi e la parte più recondita del nostro subconscio.
Le immagini di un’epoca passata e i suoni, i rumori e i frame a tratti forti e disturbanti hanno una grande vena rievocativa e impressiva nella mente e nel corpo. Ciò ha catturato fortemente la nostra attenzione.
Giuria Faito DOC Camp
The Hidden Shadow di Francisco Alvarez Rios. Già al lavoro gli infaticabili direttori artistici Nathalie Rossetti e Turi Finocchiaro per l’edizione 2022 potrebbe essere quello delle “evasioni” il tema del prossimo festival.
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