GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Ex assessore di Nocera finge di separarsi dalla moglie e intesta società a prestanome, scatta maxi-sequestro

Indagati l'imprenditore, la moglie e altre nove persone

di Redazione
Ex assessore di Nocera finge di separarsi dalla moglie e intesta società a prestanome, scatta maxi-sequestro

Ha finto di separarsi dalla moglie per mettere in sicurezza il suo patrimonio. Inchiesta su un ex assessore di Nocera Inferiore, a cui sono stati sequestrati terreni e società per un milione e mezzo di euro. L'imprenditore, figlio di uno storico esponente della camorra dell'Agro Nocerino-Sarnese noto come 'o flaviano' e deceduto nel 1994, non figurava "nella gestione di aziende e beni di fatto da lui amministrati e, soprattutto, come fosse sua consuetudine reclutare prestanome tra le persone che a lui si rivolgevano in cerca di lavoro, talvolta persino ignare di diventare, invece, amministratori di società, o di sostegno economico in relazione ad attività in difficoltà, nella reale titolarità delle quali l'imprenditore finiva all'esito per subentrare". Nell'indagine coordinata dalla Procura di Nocera Inferiore, oltre all'imprenditore e alla moglie, sono coinvolte altre nove persone, in qualità di intestatarie fittizie del patrimonio accumulato.Il sequestro preventivo eseguito dalle Fiamme Gialle ha riguardato i conti correnti dell'indagato e della moglie: auto, terreni agricoli e la proprietà di cinque società con sedi in Campania e in Toscana, operanti nel settore agro-alimentare e in quello delle costruzioni residenziali. L'imprenditore in passato era stato definitivamente condannato per estorsione continuata aggravata da finalità mafiosa, reato poi dichiarato estinto per prescrizione. La sua figura e il suo ruolo attivo erano emerse nell'ambito delle indagini condotte dalla Dda di Salerno e incentrate sulle procedure di affidamento dell'appalto e dei lavori di realizzazione di Piazza della Libertà a Salerno, opera pubblica eseguita da una società di costruzioni "i cui amministratori erano risultati a lui strettamente legati da rapporti di consolidata relazione politico-imprenditoriale".
Rapporti che avevano indotto la Prefettura di Salerno ad adottare un provvedimento interdittivo antimafia nei confronti dell'impresa con la conseguente revoca dell'affidamento dei lavori.
Le successive indagini hanno, quindi, permesso di appurare il modus operandi dell'imprenditore che, secondo la Procura, nel tempo si sarebbe adoperato "per liberarsi formalmente delle sue proprietà, intestandole a vari prestanome al fine di sottrarsi all'esecuzione di misure preventive antimafia giustificate dalla sua pregressa appartenenza camorristica". Tra gli escamotage adoperati dall'imprenditore, secondo gli investigatori, ci sarebbe anche la fittizia separazione dalla moglie che già a partire dagli anni Novanta aveva iniziato ad acquisire la titolarità di quote societarie e di immobili di valore. La separazione era stata "chiesta e ottenuta solo pochi mesi prima della conferma della condanna in primo grado pronunciata dalla Corte d'Appello con riguardo proprio alla contestazione del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso". Ma per gli inquirenti i due coniugi "sono tutt'ora sposati, tanto da aver festeggiato insieme il traguardo dei 25 anni di matrimonio".
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12-04-2019 12:51:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA