LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Da Nocera a Castellammare

Estorsioni e usura, il patto di ferro tra tre clan: imprenditori e commercianti vittime di pizzo e violenze

Nella maxi operazione coinvolto Luigi Di Martino, il boss del clan Cesarano e Michele Matrone

di Redazione
Estorsioni e usura, il patto di ferro tra tre clan: imprenditori e commercianti vittime di pizzo e violenze

Un affare da quattrocento mila euro. Soldi e regali che imprenditori e commercianti erano costretti a versare nelle casse di tre clan. Un patto di ferro tra cosche per tenere sotto ricatto l’economia di una zona da Nocera fino a Castellammare per dodici lunghi anni. Usura, minacce di morte e estorsione per un business su cui guadagnavano il clan Ridosso-Loreto, Matrone e Cesarano. Tentacoli della camorra arrivati ad inserirsi in attività a Scafati, Pompei e Castellammare. Ci sono anche capi clan tra gli arrestati nella maxi operazione condotta questa mattina dai carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore che hanno dato esecuzione ad un'ordinanza applicativa di misura cautelare a carico di 16 indagati tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione camorristica, estorsioni, usura, esercizio abusivo dell'attività finanziaria, lesioni personali ed intestazione fraudolenta di società.
Tra i destinatari del provvedimento di oggi figurano, infatti, l'attuale reggente del clan Cesarano, Luigi Di Martino, detto Gigino o' profeta, Michele Matrone, figlio dell'ergastolano Francesco detto a' belva nonché Andrea Spinelli, già arrestato nello scorso mese di novembre per analoghi episodi estorsivi. Il provvedimento scaturisce da una complessa attività investigativa avviata in seguito all'arresto avvenuto nel settembre 2015 di un gruppo di esponenti del clan Ridosso-Loreto dedito alle estorsioni nei confronti di commercianti di Scafati e che portò alla cattura dei vertici dell'organizzazione criminale anche per gravi delitti commessi agli inizi degli anni 2000 (omicidio di Luigi Muollo e tentato omicidio di Generoso Di Lauro). Nel corso dell'indagini sono emersi stretti contratti tra i gruppi attivi in zona per una spartizione del territorio scafatese e della limitrofa area pompeiana, ovvero il clan Loreto-Ridosso di Scafati, il clan Matrone ed il clan Cesarano di Pompei - Castellammare. Una delle attività illegali che ha da sempre contraddistinto questa la cosca di Ponte Persica che fa profitto imponendo il pizzo alle numerose attività commerciali e delle piccole imprese disseminate nel territorio che si trova a cavallo di Castellammare e Pompei, zona di operatività della cosca di camorra. Soldi poi riciclati con l’usura, offrendo prestiti a chi non riesce ad ottenerne dalle banche per poi ridurli sul lastrico con tassi d’interesse raddoppiati. I gruppi, tra il 2004 e 2016, avevano avanzato anche con metodi violenti richieste estorsive nei confronti di imprenditori e commercianti della zona consistenti in dazioni di denaro o elargizione di beni e prestazioni per importi complessivi pari a circa 400mila euro. Inoltre, il clan Ridosso-Loreto, attraverso la costituzione di tre imprese societarie intestate a prestanome -che sono state sottoposte a sequestro preventivo insieme ai rispettivi conto correnti bancari- imponeva gli appalti per il servizio di pulizie di centri commerciali e sale bingo.
Il provvedimento di oggi è stato eseguito anche con il supporto di militari delle compagnie di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, oltre che con la collaborazione del Gico della Guardia di Finanza di Salerno. 


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15-12-2016 16:40:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA