Nel corso della stagione estiva è frequente la presenza di insetti come zanzare, vespe e api.
Le punture di zanzara sono molto comuni, questi insetti colpiscono prevalentemente dal tardo pomeriggio in poi, anche se con l'arrivo delle zanzare tigre si è punti anche di giorno.
La puntura di questo tipo di zanzara inoltre causa una reazione ancora maggiore.
Le zanzare prediligono la pelle umida o sudata e i vestiti scuri, sono inoltre maggiormente presenti nelle zone lacustri o paludose e dove c'è acqua stagnante.
Per vespe e api il pungiglione è un'arma di difesa.
Se le api possono essere considerate in un certo senso innocue perché pungono solo se avvertono un pericolo per sé o per il proprio alveare, le vespe sono attratte dal cibo e in particolare dagli alimenti dolci, motivo per cui ronzano spesso intorno alla tavola. Le vespe inoltre possono colpire più volte con il proprio pungiglione, al contrario delle api che muoiono.
Le zanzare iniettano una sostanza tossica allergizzante nel nostro organismo che causa un'infiammazione (pomfo) che dà prurito per diversi minuti.
Le reazioni possono variare da persona a persona, in alcune i pomfi possono essere molto grossi e a seguito delle punture può manifestarsi febbre.
Se si viene punti da un'ape o da una vespa (ma anche da un calabrone) possono aversi due reazioni: non allergica e allergica.
La reazione non allergica si manifesta con gonfiore, intenso bruciore e prurito in sede di puntura. L'area dolente può anche gonfiarsi ulteriormente nelle 24 ore successive.
La reazione allergica si presenta con gli stessi sintomi ma estesi a una zona più ampia. Si aggiungono poi difficoltà a respirare, dolore al petto, riduzione della pressione arteriosa.
A seguito di una puntura di zanzara, il prurito è temporaneo. Possono fornire un leggero sollievo stick specifici a base di ammoniaca a basse concentrazioni o prodotti naturali.
Quando il pomfo è particolarmente grosso e raggiunge dimensioni superiori a quelle di una moneta da un euro, è consigliabile applicare una crema a base di antistaminico o di cortisone.
In caso di eritema, febbre, mal di testa, difficoltà respiratoria, tachicardia, è consigliabile recarsi in Pronto Soccorso.
Se si è punti da una vespa o da un'ape e il pungiglione è inserito nella pelle, bisogna cercare di toglierlo aiutandosi con un ago, una lama smussata o una carta plastificata (una carta di credito, una tessera di un negozio).
Intervenire con la pinzetta può essere rischioso: bisogna prestare attenzione a non spremere nella puntura il veleno ancora presente nel pungiglione e soprattutto fare attenzione a non spezzarlo.
È bene poi:
- Disinfettare la puntura con acqua ossigenata o euclorina.
- Immergere la zona colpita in acqua fredda o applicare del ghiaccio: questo riduce il dolore e rallenta l'assorbimento del veleno.
- Tenere ferma la zona in cui si è stati punti.
- Solo in un secondo momento si può applicare una crema al cortisone.
I soggetti allergici alle punture di vespe, api e calabroni devono avere sempre con sé i farmaci antistaminici o un preparato monouso a base di adrenalina in caso di necessità.
È consigliabile andare in Pronto soccorso solo se si è stati punti in zone sensibili come bocca, naso o occhio o se si hanno molte punture a seguito di un attacco da parte di uno sciame di insetti.
Nel caso delle punture di zanzara è consigliabile non grattarsi ed è inutile incidere una x con le unghie sul pomfo.