Il mondo gay si divide. Le due donne stabiesi, con la decisione di annullare le prime nozze civili per troppa pubblicità, hanno innescato le reazioni delle associazioni che si battono per i diritti degli omosessuali, tra chi comprende la decisione e chi ritiene sia normale attirare l’attenzione. Lo scotto che paga la coppia che per prima applica la novità introdotta dalle Unioni civili. Le due donne di Castellammare, insegnano a Bologna e non hanno apprezzato l’effetto prodotto dal comunicato del comune sulla cerimonia di mercoledì prossimo. In vacanza a Castellammare, hanno deciso di annullare le nozze a Bologna dando ad altri il compito di fare da apripista. La cerimonia non si fa per motivi di privacy. Le due donne destinate a unirsi nella Sala Rossa di palazzo d'Accursio dove da sempre si tengono i matrimoni, non hanno gradito che ieri l'Amministrazione abbia reso noto l'evento, con un comunicato che comunque non riportava i loro nomi. Ma la pubblicazione di data, ora e luogo, 'indizi' sufficienti per prevedere la presenza dei media, mentre loro cercavano un profilo più basso, senza pubblicità, le ha spinte a dare forfait.
In Comune ne hanno dovuto prendere atto: "Avevamo avvisato la coppia che questa prima, importante unione tra persone dello stesso sesso sarebbe stata al centro dell'attenzione mediatica.
Evidentemente una comprensibile, ulteriore riflessione ha indotto la coppia ad un ripensamento. Abbiamo accolto con il massimo rispetto la loro scelta, quando vorranno celebrare la loro unione la Sala Rossa sarà aperta come per tutte le altre coppie che si sposano a palazzo d'Accursio". Intanto lunedì il Comune tornerà a contattare le altre coppie in lista; sono già 70 quelle che hanno inoltrato la domanda di potersi unire.
La vicenda ha subito provocato polemiche sui social. "La coppia, che intendeva celebrare la propria unione con amici e cari invece di diventare una 'notizia', ha dovuto cancellare la cerimonia! Complimenti allo strapagato staff del sindaco per aver rovinato la cerimonia di una coppia che, dopo anni di attesa, ha il diritto di celebrarla con chi gli pare e senza diventare una notizia", commenta su facebook Cathy La Torre, avvocato e attivista Lgbt, vicepresidente del Mit (Movimento identità transessuale) ed ex consigliera comunale Sel-Si. Le replica Michele Giarratano, avvocato di Gay Lex e marito del senatore Pd Sergio Lo Giudice (si sono sposati a Oslo nel 2011): "L'errore è stato non concordare e non fare in modo che la prima coppia fosse contenta di rendere visibile un importante momento di riconoscimento pubblico. Ma ben vengano sindaci come Merola che si battono per i diritti lgbt e matrimoni fra omosessuali".
E Matteo Cavalieri, esponente Arcigay che si sposò con il compagno esattamente cinque anni fa nello Stato di New York approfittando di una norma appena approvata: "Se tu sei la prima coppia in città vuoi che non desti interesse? Bravo lo staff che è riuscito a celare i nomi delle donne mantenendo il riserbo".
Interviene anche Elena Calvino Vanni, che appena domenica scorsa si è sposata a Castel San Pietro con Deborah Piccinini, ottenendo una eco nazionale dell'evento: "capisco molto bene la coppia. A noi è stato chiesto dall'Ufficiale di Stato Civile se poteva dare i nostri numeri all'assessore alla cultura perché sicuramente avrebbero chiamato i giornalisti. Abbiamo scelto di essere visibili in tutto e per tutto, ma siamo state NOI a dare il consenso prima di tutto. Penso che anche Merola volesse un po' di notorietà dopo il boom mediatico del nostro matrimonio".