Si è presentato dai carabinieri 24 ore dopo. Si consegna l’ultima delle vedette di Moscarella. Michele di Maria è la pedina più importante sullo scacchiere della pizza di spaccio tra le più importanti della provincia di Napoli. Il trentaseienne stabiese, sfuggito agli arresti nell’operazione di tre giorni fa, è accusato come gli altri di spaccio di droga. Si muovevano in bici elettriche per essere più veloci e non identificabili. Le vedette di Moscarella che presidiavano il quartiere bunker della droga per blindare il quartiere dai controlli dei militari. Cinque in tutto le persone finite nei guai per l’organizzazione scoperta dai carabinieri, guidati dal maggiore Donato Pontassuglia. Ma quegli spostamenti avvenuti a metà dicembre sono stati documentati e filmati, poi sono scattati gli arresti. Seguiti e controllati senza che se ne accorgessero. Tra i cinque soci si erano divisi i compiti. A chi toccava fare da vedetta aspettando i clienti e accompagnandoli dagli spacciatori, a chi toccava fare da palo allertando tutti in caso di avvicinamento delle forze dell’ordine. I cinque sono ritenuti a vario titolo responsabili di concorso in spaccio di crack e di detenzione di marijuana a fini di spaccio.
Assieme a Di Maria, Si tratta di Massimo d’Antuono, 41enne, Genoveffa de Cesare, 45enne, Antonio Amato, 39 anni e Rosario Sessa, 38enne, tutti ritenuti responsabili di spaccio di crack. Un colpo ad un pezzo di organizzazione che funziona secondo una catena di comando.
Nel corso di controlli nella piazza di spaccio di Moscarella, effettuati il 2 novembre i militari dell’arma avevano documentato. Tra i quattro si erano divisi i compiti due facevano da vedetta e due da pali. In pratica due vedette avvistavano i clienti, che poi erano consegnati ai pali. Toccava a questi ultimi accompagnare gli aquirenti dagli spacciatori, che di solito si nascondevano nei palazzi al riparo dalle telecamere della videosorveglianza. I pali, ovviamente, monitoravano anche l'ingresso al quartiere, facilmente controllabile per avvisare i pusher dell'arrivo delle forze dell'ordine. Un sistema smantellato dai carabinieri.
Le perquisizioni effettuate contestualmente all’esecuzione della misura cautelare, nella giornata di ieri, hanno portato al rinvenimento e sequestro complessivo di circa 30 grammi di marijuana suddivisi in confezioni, per cui gli indagati, a eccezione di Sessa, dovranno ora rispondere anche di detenzione di stupefacente a fini di spaccio.