"Con che coscienza la gente salta la lista sapendo che lascia esposto a rischio concreto di morte persone over 75 o persone fragili?". Usa parole dure, Mario Draghi, durante la sua terza conferenza stampa, per ribadire un concetto fondamentale per ripartire. E fa esempi come gli psicologi vaccinati con gli operatori sanitari "pur non essendo in prima linea".
La priorità, ha aggiunto, deve essere riservata alle persone anziane anche alla luce del tasso di mortalità. E su questo punto ci è tornato più volte: la vaccinazione delle categorie a rischio "è importante per la riapertura delle scuole, soprattutto. Una delle ragioni usate per chiuderle fu che i ragazzi contagiano i genitori e i nonni, se mettiamo a riparo queste categorie possiamo riaprire". Draghi ha affrontato il caso Astrazeneca: approvato dai 18 anni d'età, ma "raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone sopra i 60 anni". Vaccini ma anche riaperture. "Dovranno esserci, non ho una data, ci stiamo pensando in questi giorni, dipende dall'andamento dei contagi e dei vaccini. È chiaro che regioni che sono più avanti nelle vaccinazioni con fragili e più vulnerabili sarà più facile riaprire".
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