“Questi islamici non li sopporto”. Ci ha pensato Facebook che zittisce don Pasquale. Il prete stabiese non è più sul social tra i più diffusi nel mondo. Come lui stesso aveva annunciato ha innescato una catena di reazioni il suo post, con cui il sacerdote decide di dare sfogo ai suoi sentimenti anti-islam a poche ore dalla strage di Nizza. Quando il ricordo del sangue dei tanti bimbi è ancora vivo in tutti, scrivendo frasi di odio sul suo profilo del noto social network. Don Pasquale Giampaglia, che da anni è parroco in Molise, quelle reazioni le ha avute. A poche ore dal suo post contro gli islamici ha fatto incetta di 'like', ma anche di critiche. Poi, però, è stato Fb a spegnere i riflettori sulla vicenda, rimuovendo il post. E poi facendo scomparire il suo profilo. L'uomo di chiesa, originario di Castellammare, che nel suo profilo annota di avere studiato al Plinio Seniore, nei post successivi si era assunto pienamente la responsabilità delle sue dichiarazioni, invitando chi si sentisse offeso a rivolgersi alle autorità ecclesiastiche. Don Pasquale, quarantaquattro anni, aveva ipotizzato, come conseguenza, un'accelerata nel "processo di rimozione" da Forli del Sannio dove è parroco. "Per dovere di ufficio ho dovuto sempre parlare di tolleranza. Ora mi sono stufato: dico quello che penso” si sfoga su Facebook il prete stabiese. “Questi islamici non li sopporto e mi sono intollerabili. Ora dite pure che sono razzista: sono felice di essere definito tale" parla direttamente di Islam. E svestendo i panni del sacerdote super partes rispetto alle vicende politiche si schiera con Donald Trump. "Non mi vergogno a dire che dopo la strage perpetrata a Nizza ieri sera - prosegue - se fossi americano voterei Donald Trump. Ha promesso di buttare fuori dai confini degli Stati Uniti tutti i credenti in Allah. Lo so che quello che dico può scandalizzare i perbenisti di turno. Ma con questi islamici non se ne può più". Più di uno sfogo che al sacerdote di 44 anni, trasferitosi da Castellammare al Molise, potrebbe costare caro in un clima in cui chi ha un ruolo di cura delle anime si assume la responsabilità di indicare una direzione di uscita dall’odio. Una direzione quella di don Pasquale totalmente opposta a quella di Papa Francesco. Nel frattempo che la Chiesa ci pensa, Facebook zittisce il sacerdote stabiese. Poi si vedrà.