DOMENICA 24 NOVEMBRE 2024




Il caso

Disastro Faito, processo al piromane di Moiano. Il sindaco di Vico: "Non c'è più un filo d'erba e migliaia di animali sono morti"

Lo sconforto di Buonocore: "Seicento le persone fuggite per la strada di Castellammare"

di Redazione
Disastro Faito, processo al piromane di Moiano. Il sindaco di Vico:

"E' un disastro ambientale immane. Non ci sono parole, non c' è più un filo d'erba e migliaia di animali del bosco sono morti. Per i nostri operatori turistici è una mazzata terribile. Si stavano riaprendo le ville, e ristoranti ed hotel avevano ricominciato a lavorare. Ieri al Monte Faito, tra alberghi e ristoranti, c' erano circa mille prenotati. Tutto pieno". E' afflitto il sindaco di Vico Equense, Andrea Buonocore, che da giorni presidia la montagna con i volontari della Protezione civile ed i residenti. Preso un primo piromane, ieri oggi al Tribunale di Torre Annunziata sarà processato per direttissima. Si tratta di un uomo fermato ieri con l’accusa di avere appiccato un incendio sul versante vicano. D.M.C. di Moiano, nella parte alta di Vico, era stato avvistato ieri mattina in giro per i boschi e fermato nel tardo pomeriggio. Ieri ha dovuto evacuare il Monte Faito: circa 600 persone sono dovute scendere a valle utilizzando l'unica di via di fuga, cioè la strada dissestata del versante di Castellammare di Stabia. Un vero e proprio esodo, anche se non tutti hanno abbandonato la propria abitazione in cima al monte.
"I residenti sono le nostre vedette - dice il sindaco - non possiamo mandarli via se non vogliono''.
"Chi ha fatto questo è criminale - aggiunge Buonocore - è chiaramente un incendio di natura dolosa. Tutto è cominciato all' alba e la gente ha visto allontanarsi degli estranei dai luoghi dove si sono sviluppati gli incendi. E' chiaro che c' è chi ha interesse a non far ripartire l' economia turistica del Monte Faito".
"Nei 20 anni in cui la montagna è stata abbandonata a causa del disinteresse turistico innescato dalla scomparsa di Angela Celentano, la bambina dispersa durante una scampagnata il 10 agosto del 1996, alcuni fianchi del Faito sono stati impiantate dalla criminalità locale piantagioni di marijuana, frequentemente trovate e distrutte dalle forze dell' ordine. Il sospetto è che una ripresa del turismo possa disturbare questi traffici illeciti e che sia partita, quindi, dalle organizzazioni della droga l' opera devastatrice che a Ferragosto ha messo a segno la più vasta distruzione della vegetazione e della bellezza ambientale del Faito".
"Sulla montagna lo scenario è di devastazione totale. Cenere ovunque e alberi secolari e felci bruciati. Non c' è più nemmeno un filo d' erba", si lamenta Buonocore. Non ci sono parole per descrivere queste immagini apocalittiche. Ieri tante persone erano intenzionate a salire sul Monte Faito per una scampagnata, ma abbiamo dovuto impedirglielo. Era impossibile. Ora il rimboschimento è necessario. Dobbiamo trasformare questo luogo di morte in una montagna di vita e di rinascita".


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16-08-2017 14:12:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA