Ha lasciato una moglie e quattro figli. La famiglia ha atteso cinque anni perché in un'aula di Tribunale si stabilissero le responsabilità della morte di un uomo di 50 anni. Dopo un primo ricovero, il medico decise di dimetterlo. E, invece, il paziente aveva in corso un infarto. Ma tornato a casa il 50enne di Torre Annunziata si sentì male di nuovo. Una seconda inutile corda al pronto soccorso, dove non riuscì ad arrivare. Dopo oltre cinque anni, è arrivata la condanna in primo grado per il medico che lo aveva visitato. Questo il verdetto per Carlo Sestri, cardiologo all'epoca in servizio presso l'ospedale di Boscotrecase. Un anno e tre mesi di carcere, con il beneficio della pena sospesa e il pagamento di un risarcimento alla famiglia della vittima costituita parte civile con l'avvocato Antonio Borrelli.
Si è chiuso così il processo di primo di grado per la morte di Luigi Monaco, cinquantenne di Torre Annunziata morto il 13 settembre del 2017, quando al pronto soccorso arrivò ormai privo di vita. La sera prima, però, Luigi Monaco era stato accompagnato dai familiari con un sospetto infarto. Accusava i chiari sintomi che lui già conosceva, visto che due anni prima un'angioplastica gli aveva salvato la vita dopo un primo infarto del miocardio.
Chiaro l'esito dell'autopsia i cui risultati sono stati depositati nella perizia. Evidenti i segnali mostrati dal paziente, eppure il cardiologo come riporta il Mattino «non trattenne in osservazione il paziente e non eseguì una curva enzimatica che avrebbe consentito una tempestiva diagnosi di infarto acuto con conseguente intervento di angioplastica e, anzi, ne consentì le dimissioni". Questa la tesi sostenuta dal pm Matteo De Micheli. Luigi Monaco tornò a casa e di mattina il suo cuore smise di battere. Quando arrivò in ospedale per la seconda volta era ormai privo di vita. I familiari hanno così deciso di denunciare, facendo avviare le indagini, culminate nel 2018 con il rinvio a giudizio del professionista. Fino alla condanna della scorsa settimana.