Da anni vive in una località segreta, ma a lui, alla moglie e ai figli hanno tolto la protezione. Il 9 maggio testimonierà in aula e ha ripreso la sua protesta che negli anni si è più volte ripetuta. Il testimone di giustizia Gennaro Ciliberto, ex dirigente d'azienda di Somma Vesuviana parlò di infiltrazione del clan D'Alessandro nelle grandi opere e ora ha iniziato lo sciopero della fame per richiamare l'attenzione sulla sua situazione e più in generale su quella dei testimoni di giustizia e stasera sarà ospite del programma di Rete 4 "Quarto Grado". Ciliberto ha fatto nomi e cognomi delle persone coinvolte denunciando la presenza ed il coinvolgimento della famiglia Vuolo legata al clan camorristico D’Alessandro. "Sono di fronte al Viminale - dichiara - e ho deciso di iniziare lo sciopero della fame, perché in vista di un udienza del processo in calendario il 5 maggio a Roma, chiedo che mi sia data la scorta, che mi viene negata. Chiedo inoltre il cambio di nominativo per poter scomparire: io sono un morto che cammina, ho denunciato colletti bianchi e camorristi", dice.
"Ho chiesto i permessi e sto dormendo in auto - aggiunge - e ho avvisato il Viminale, perché siano messi al corrente il ministro Salvini e i sottosegretari". L'uomo ha anche problemi di salute.
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