Come solo lui sa fare, se ci sono indagini che lo coinvolgono De Luca non si nasconde e rilancia. Anche il governatore della Campania non vuole lasciarsi sfuggire il «business delle navi». A raccontarlo sono i giornalisti che stanno seguendo l’inchiesta sulla cricca del petrolio e le lobby imprenditoriali e politiche che tirano i fili della vicenda. Così in una intercettazione compare il nome di De Luca. Il 9 giugno scorso Fabrizio Vinaccia (vicepresidente della società Mbda) racconta al lobbista Colicchi, indagato nell’inchiesta di Potenza, dell’incontro avuto con Vincenzo De Luca: «Abbiamo parlato di tutto il discorso, della legge navale, no? Perché lui è molto preoccupato da Fincantieri... allora ha cercato di capire come funziona la legge. Dice va bene io vado da Bono (amministratore delegato di Fincantieri), se non fa quattro navi qua a Castellamare, io ci metto i soldi...li fa a Castellamare, io gli faccio il culo, cioè dice "adesso ho capito come funziona... bene i soldi chi glieli mette, ce li mette il Governo italiano? ...non ce li ha, ce li metto io? Si fanno qua, se no vado da Renzi" (...) Questo mena le mani, anche se nel senso figurato, questo non scherza, per cui secondo me questo ha già detto che mo’ va da Moretti e se Moretti insiste con le cose va da Renzi, poi va da Mattarella, e poi va dal Papa... Sai, come faceva Caldoro "ma dobbiamo rispettare le decisioni delle aziende", cioè questo non se ne fotte proprio (...) Però forse una scossa così ci voleva...e già si è sentito con Emiliano per fare l'asse Puglia-Campania». A queste rivelazioni De Luca non si sottrae e ieri conferma ai microfoni di Radio Kiss Kiss. "Ho fatto delle pressioni per avere delle commesse per l'insediamento Fincantieri di Castellammare. Mi sono battuto e mi batto perché sia tutelato il lavoro nella nostra Regione. L'ho fatto e lo rifarò ancora”. Il governatore conferma e rilancia.