Aveva appena firmato la convenzione con il Comune per l’affidamento dello stadio San Paolo per i prossimi cinque anni più altri cinque, e un secondo dopo aver dato la carotina dicendo che lo stadio dopo il restyling era diventato molto più bello, usava il bastone avendo da ridire sulla pista di atletica che a suo parere è “un guaio“.
Dallo stadio alla squadra il passo è stato breve, troppo era stato in silenzio il patron azzurro, e troppo era stato costretto a ingoiare per non parlare, così è andato a ruota libera come solo lui sa fare quando vuole.
Sullo scugnizzo di Frattamaggiore, ADL è stato chiaro parole dure le sue: “Deve capire cosa vuole fare da grande“, poi quasi chiosando alla domanda sull’incontrodi Castelvolturno di ieri fra il calciatore Mino Rajola e Ancelotti, ha detto: “Bisogna che si tranquillizzi. Se l’allenatore non lo utilizza lui non può uscirsene con battute o con atteggiamenti quasi di sfida perché l’allenatore è un padre di famiglia che ha 60 anni e solo per questo non ti manda a quel paese”.
Continuando la “chiacchierata” che è sembrata più un avvertimento per molti, il patron azzurro parlando dei contratti in scadenza di Mertens e Callejon, è stato categorico: “Non sono disposto a fare sforzi importanti, ogni giocatore ha un suo valore a seconda di dove gioca e che età ha. Se poi un giocatore vuole andare in Cina perché viene strapagato questo è un problema suo”.
Inevitabile a questo punto le domande su Koulibaly e Fabian Ruiz, queste le sue parole: “Io sono affezionato a Koulibaly e non l’ho venduto neanche per 105 milioni, poi arriverà un momento in cui Koulibaly bisognerà venderlo per forza” una risposta che piacerà poco ai tifosi visto che fa presagire in un futuro molto vicino la partenza del gigante senegalese.
Sulla corte che Real e Barcellona, ma non solo loro fanno a Fabian Ruiz anche qui è stato chiaro: “Se io mi convinco a pagare uno che è sconosciuto 30 milioni non sono nato ieri. Chiaramente il giocatore vale. Abbiamo Fabian Ruiz ma chissà quanti altri ne troveremo, la porta è sempre aperta non bisogna mai affezionarsi a un giocatore“.
Infine, una smentita a tutti quelli che in questi giorni hanno messo in discussione il suo rapporto con Carlo Ancelotti: “Con lui ho un grande rapporto e non lo mollo di certo. Lo vorrei sulla panchine del Napoli per altri 10 anni”.
Ma don Aurelio è fatto così, cinico e passionale, e quando sbotta vuol dire che si è superato il segno.