con il capo tra le mani, o con i fazzoletti stretti nei pugni, i parenti delle vittime del crollo, erano accostati l'uno all'altro, sfiniti. Sono svegli da più di 24 ore, senza mangiare nulla. Hanno occhi gonfi e rossi e le voci roche.
Ancora si chiedono come sia potuto accadere. Riflettono sul modo in cui il soffitto sia imploso coprendo tutti i loro cari mentre erano ancora a letto. "Se i bambini fossero stati almeno estratti feriti, ma vivi", si lamenta una zia dei piccoli. E poi ricorda Francesca: "Che bella" Una familiare accenna al racconto di un parente che si trovava nella palazzina al momento del crollo: "Dice che ha sentito Pasquale che chiamava Anna e gli è parso anche di sentire la voce di Anna che gli rispondeva, poi più nulla. Il portone si era bloccato, e lui, per uscire ha dovuto rompere il vetro con un calcio".
Il fratello di Pasquale, che ha avuto un malore quando ha visto l'uomo estratto dalle macerie e coperto dal telo nero, attende come in trance. Fuma. Ma di tanto in tanto ha un sussulto, il dolore lo riassale come in un incubo e si dà forti pacche delle mani sulle ginocchia. "Come farò senza di te?", sussurra piangendo