Vivono in una sola stanza in nove, adulti e bambini. A Quisisana tutti insieme, ospiti di un figlio che ha aperto le porte della piccola casa alla mamma cieca, alle sorelle, al marito di una delle due e ai tre figli piccoli. Da qualche giorno vivono così, accampati senza avere lo spazio per muoversi. Nel caldo afoso che non dà tregua neanche nella parte alta di Castellammare. La famiglia Capriglione non ha avuto alcun sostentamento sociale ed economico dal Comune che, il 19 agosto, ha intimato lo sgombero del palazzo dove vivono. Al civico 186 sul Viale Europa l’edificio di cinque piani era stato dichiarato inagibile dai tecnici comunali, gli stessi che poi hanno intimato alle sei famiglie, che vivono nel lato destro del palazzo di lasciare le abitazioni. Ad innescare l’emergenza la caduta di una parte di un solaio all’ultimo piano, che ha reso pericoloso continuare a vivere nell’ala dell’edificio dichiarata inagibile fino a quando non verranno eseguiti i lavori di messa in sicurezza. Alcuni residenti, in preda al panico, hanno subito lasciato l’appartamento, la notte tra il 18 e il 19 luglio, altri ancora ci vivono, mentre la famiglia Capriglione è uscita di casa pochi giorni fa. “ Non sapevamo dove andare, con mia suocera non vedente e diabetica e tre bambini piccoli”. Marco Gargiulo fa il muratore saltuario e dall’oggi al domani ha trovato sistemazione a casa del cognato. Francesco, con la compagna in attesa, ha accolto la mamma, le due sorelle, il cognato e tre bambini. “Avevamo chiesto aiuto al sindaco Pannullo, ma non hanno fatto nulla per noi”. L’unica soluzione prospettata prevedeva che la signora non vedente accettasse un posto letto alla Caritas, mentre per il resto della famiglia si trattava di arrangiarsi da soli. “Non ci possono abbandonare così, chiediamo un aiuto economico per affrontare il trasloco e un’altra casa in cui pagare l’affitto. Così certo non possiamo restare” spiega Gargiulo che ha sulle sue spalle il peso della situazione. Mentre la stanza da letto in cui sopravvivono in nove appare ogni giorno più piccola.