Mario Draghi è al lavoro per la formazione del nuovo esecutivo, che stando hai rumors dovrebbe essere di alto profilo ma composto sia da tecnici di fiducia del premier incaricato, sia da personalità del mondo politico.
Una cosa è certa a tutti, Draghi non si farà imporre nomi, e con le forze politiche chiamate a rispondere all'appello del Capo dell Stato, darà un sota di out out "prendere o lasciare".
Si comincia oggi dalle 15.30 e il giro d'orizzone terminerà sabato in tarda mattinata. Si parte con i partiti piccoli, da Azione e +Europa a Maie, Cd, Europeisti-Maie, Misto Camera, Nci, Cambiamo. Domani, dalle 11, sarà la volta delle Autonomie, di LeU, Iv, Fdi, Pd e Fi. Si chiude sabato dalle 11 con la Lega e M5S.
Gli incontri sono previsti avere una durata di mezzora o di un'ora a seconda del peso dei partiti.
Intanto la giornata di oggi si registra la presa di posizione di Giuseppe Conte che apre al tentativo di Draghi di formare il governo che
succederà al suo.
'Non sono io l'ostacolo, i sabotatori sono altrove', afferma in una dichiarazione fuori da Palazzo Chigi, davanti a un tavolino sommerso dai microfoni, ma auspica anche che si tratti di 'un solido governo politico, le urgenze non possono essere gestite dai tecnici', afferma.
Conte, manda anche un messaggio ai 5Stelle: 'Ci sono e ci sarò'. E si dichiara pronto a proseguire l'alleanza con Pd e Leu. Parole accolte con soddisfazione da Zingaretti e Franceschini, Di Maio e Fraccaro.
Aperture al tentativo di Draghi sono arrivate da Berlusconi, dallo stesso Di Maio e dalla sindaca di Roma Raggi.
Dal canto suo Salvini fa sapere che questa volta il centrodestra aandrà diviso all'incontro con Draghi, e afferma: 'È meglio che ognuno dica liberamente quello che ha in testa.
Noi non siamo costretti a fare nulla controvoglia, l'unità del centrodestra è un valore, governiamo in 14 regioni su 20'.