Il grande giorno è arrivato, e Mario Draghi si presenterà questa mattina alle 9,30 Senato per pronunciare il suo discorso.
Sembra di assistere ad una mano di poker in cui Conte dopo aver datto All-in, si è trovato difronte ad un nuovo fronte interno che minaccia la scissione quidato dal capogruppo alla Camera Crippa e dai ministri D'Incà e Daddone.
Da qui la presa di posizione del centro-destra governista, che non ne vuole più sapere di sedersi al Governo con quel che rimane dei grillini.
Intanto ieri, dopo essere stato il giorno prima in Algeria, Draghi è salito al Quirinale dopo un colloquio con il leader del Pd Letta e prima di un colloquio con i vertici del centrodestra, riuniti fino a tardi con Berlusconi a Villa Grande.
In questa Torre di babele, Draghi con le sue dimissioni ha già fatto sapere come la pensa, ma nei cinque giorni che si sono consumati nell'attesa, lo stesso premier ha ricevuto molte pressioni affinché resti al suo posto, mentre Moody's e Fitch hanno fatto scattare l'allerme sull'economia in caso di crisi ed elezioni anticipate.
Tutto sarà più chiaro fra poche ore, ma una cosa è certa: Draghi non accetterà, dovesse rimanere, più interferenze e strattoni da qui alla scadenza naturale della legislatura.