Erano lì per sapere in diretta cosa accadrà agli armatori che hanno dissipato tutti i loro risparmi. Una delegazione dei tredicimila truffati era in aula a Roma quando è uscita la sentenza sul crac Deiulemar che chiude un capitolo aperto cinque anni fa. Con la riduzione delle condanne inflitte in primo grado si è chiuso il processo d'appello nei confronti dei sette imputati per il fallimento nel 2012 della Deliulemar, la società armatoriale di Torre del Greco, nella quale quasi tredicimila risparmiatori hanno investito nel corso degli anni oltre 720 milioni di euro. Dopo tre ore di camera di consiglio, la II Corte d'appello capitolina ha condannato i fratelli Angelo e Pasquale Della Gatta a 11 anni e 8 mesi di reclusione; 13 anni sono stati inflitti a Giuseppe Lembo, l'unico fondatore del gruppo ancora in vita. Condannate anche Micaela Della Gatta (5 anni e 4 mesi), la figlia e la moglie del defunto ex amministratore unico Michele Iuliano, Giovanna Iuliano (5 anni e 4 mesi) e Maria Luigia Lembo (ha patteggiato 3 anni e 10 mesi); mentre nei confronti di Lucia Boccia, vedova di Giovanni Battista Della Gatta, è stata pronunciata sentenza di proscioglimento in quanto la donna nel frattempo è deceduta.
In primo grado erano state inflitte condanne superiori (17 anni e 2 mesi la massima, 8 anni la minima); oggi, però, le riduzioni, motivate con le dichiarazioni di non procedibilità per alcune delle imputazioni nel frattempo prescritte. Alla lettura della sentenza hanno assistito centinaia di investitori arrivati nella Capitale direttamente da Torre del Greco.
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