Chiusa in un camerino, costretta a fare sesso in silenzio con l’arma del ricatto. Un incubo sopportato per paura di essere licenziata dal commerciante che abusava di lei nel negozio in cui faceva la commessa. Dopo dieci anni arriva la sentenza definitiva, lo stabiese di 67 anni ha incassato la pena di 3 anni e sei mesi di carcere per le molestie sessuali a cui ha costretto la sua vittima. La Cassazione ha, infatti, confermato la sentenza della Corte d’Appello. Si chiude così l’ultimo capitolo giudiziario di una storia cominciata quando la donna, divorziata con due figli, ha deciso di raccontare tutto agli inquirenti liberandosi di quella vita di soprusi. L’imprenditore, come scrive oggi il quotidiano Metropolis, è stato ritenuto colpevole di avere abusato della sua vittima, anche all’interno del negozio, terrorizzandola con la minaccia di buttarla in mezzo alla strada se si fosse ribellata. Un ricatto che lei ha sopportato per paura di perdere i soldi del suo lavoro, fino alla decisione di dire tutto. Un racconto dell’orrore confermato in aula anche dalle altre commesse al lavoro nello stesso negozio, che è costata la condanna definitiva al commerciante di Castellammare.